Solitudine universale



Quel che c'era di vano, non lo poteva che ricercare.
Proprio come tutti gli altri.
Eppure un giorno si ritrovò,
solo, in mezzo alla folla.
E rannicchiato nella propria anima,
con un corpo tremendamente freddo.

'Perché ti rannicchi così?',
gli chiese la fatina dentro la sua anima.
'Perché sei la sola coscienza
che non si macchi di tenebrore.'

Detto questo,
vago scambio di battute,
Era entrato in un circuito strano,
e lascio le sue paranoie condensare
La tristezza sciogliersi in una tazza
di lamento caldo, rassegnato.

Forse potremmo scaldarci con un sorriso,
reciproche consolazioni.
Perché credo che la solitudine non tenga
sesso, razza, forma.

Stare da soli, e bene,

Il segreto del piccolo sentore del sentirsi considerati.
Desiderare un piacere ed una pace che vadano oltre il letto e la dormita.
Rimanendo abbagliati da una condizione,
dallo stare soli, e bene,
connessi i circuiti dell'estraniazione,
entro stanze che estirpano i leader della nostra nazione
Totalmente avulsi da qualsiasi schema connesso,
andiridando vaghi per un mondo circonflesso.
'Chi sei?', gli'è da chiedersi
la ragione di una sessione
pura di vera mera
spaziosa inquietudine.
Ed andando per i corridoi lunghi,
giungendo agli scantinati
dell'anima, savia, si rammentò
nella conclusionatezza.
Annaspando per respirare, risaliamo
in una superficie piatta,
rispetto alle profondità esplorate
sonorità maggiormente sviluppate.

La trucidata (paranoia)



L'assenza che suole comunicare..
Non dipende da una sottomissione.
Ma da una mancanza nella comunicazione,

Se vuoi capire chi è l'altro
Mettiti nella sua testa
Abbandonati al non essere te
Getta le armi al tuo fianco.

Non sempre le sue aspettative
incontravano quelle dell'altro.
Suoleva immaginare il pensiero altrui,
come al suo fianco.

Se lo aspettava, moriva tanto
non avrebbe voluto incolparlo
che il manto si sarebbe potuto
risporcare di spento incanto.

da un'incauta liberazione,
rispecchiando un'innata paranoia
trucidata soavamente dalla comprensione.

Non è, tembrore



Ed era chiaro come le prime luci del mattino.

Perché come ogni momento, non era costernato
per degli amici perduti,
piuttosto persone che prendevano differenti percorsi
nella strada dell'esistenza.

L'essenza.

Ciò che ci richiedemmo per sempre,
stava lì.
Nessuno la coglieva,
poiché.. Non poteva.

Le sensazioni che più spesso riempivano i cuori della gente,
erano di felicità effimere.
Ma nonostante questo, non si potevano decolorare eccessivamente
erano savie nel loro essere.

Irrompo,
con un sentito che è maggiore.
Io che non voglio odiare,
dal primo istante che vedo tembrore.

Quando la notte non porta consiglio, ma preoccupazione.

Come se rimanere svegli fosse firmare una breve condanna.
Contro tutte le piccole cose da fare per essere felici.
Persone appena conosciute che non puoi chiamare amici.
E' la loro compagnia che ti cosparge di dolce panna.

Come un cuore che si ricomponga da due perfetti pezzi,
vermigliose metà che rimangono sole.
La clinica del sole ti può aiutare,
la clinica delle persone sole ti farà scordare.

C'è un baratro oscuro oltre la siepe del conoscimento.
Mi sento più forte, la scorza fuori,
il corpo temprato e l'energia dentro,
ma a che pro, se non so dove poterla portare.

Sono queste, le mie idee amare.

La mente si apre,
ma non sa dove andare.. a parare
E che vaghi, vaghi sentori
di insoddisfazione sempre presenti.

Non risparmio commenti sgradevoli.
Reagisco di frequente con astio.
Io che ebbi un assaggio del mondo vasto...
Perché soffrire ancora così tanto, l'altro?

Salone



Che non si lasci annacquare da un putrido imprevisto,
quella sensazione di tranquillità.
Ma quasi ogni inconveniente è vissuto con serenità,
quando volutamente in particolari situazioni ti sei visto.

E' un suono,
è qualcosa che si muove.
E' un compare che dorme,
pacato il suo respiro.
Mi distendo le gambe
oltre le trame rosse
che avrei potuto colorare,
un'immagine rende più delle parole,
una musica più di un sentimento?
Siamo e torneremo polvere,
generiamo suoni e colori.
Ci spostiamo tra gioie e dolori,
cercando nuovi modi di evolvere.

Tra una corsa e l'altra,
risoluzione.
Perdendoci di vista, con la
soluzione.

Il confronto tra le età, gli spazi, la vita e l'elevatore che porta al cielo di vaniglia

Sistematicamente ti ho ricercato,
tra gli intrinseci spazi che noi abbiamo creato
E quindi la teoria del piacere ha ancora dominato, sai
sono rimasto rincasato alla mia tavola tra ascolti lo-fi.

Accelerando il processo, ed evitando di processarmi
per quest'ultima rinuncia alle compagnie,
quest'ennesima vittoria della misantropia,
una rivincita, un ritorno al piano zero.

Sale l'ascensore, rapido.
Riflessi di luci tra i vetri.
Di fronte a te un bambino:
ti mira silente,
testa piegata in alto.
Non dice niente -
non sai se sia cosciente.
Vi guardate e sapete
che non vi fermerete
allo stesso piano.


Piano tra le luci della città,
addensato vespertino,
c'è solo il fracasso.
Comincio a rallentare,
appena uscito dalla metrò.
Inseguo sguardi,
mi vedono persone
Mi cerca di vendere
un biglietto, speranzoso.
Qualcuno raccoglie una
inesistente provocazione.

Non faccio molto per non apparire strano,
ma è strano il mondo che appare di fronte a me.
Tutta la fretta, sovente mi secca
ed è allora che imparo a staccare un interruttore.
Mi fermo, mi distanzio nel mio mondo interiore..

Frammenti di spazio mancato, di vita vissuta.
Come pezzi di cera staccati e vagabondi.
Non li farai bruciare, se non con la miccia giusta.
Ogni tanto riappaiono ardenti, ma come.. Sogno?


La casa di cristalli. E poi, ciò che non posso controllare

Passeggiavo in una casa di cristalli.
E mi chiedevo, sommesso, perché?
preoccuparsi, tanti problemi farsi
senza l'alcol che riduce l'ansia sociale.

Vale, tantissimo, il tempo passato
ad introspaziare,  però attenzione,
si può sempre cadere, piangere,
ed imprecare contro chi cadde con te.

Correva l'anno duecentimillanoventatre.
C'è chi scola una Weizen, chi brucia Maria
sulle forme di un fiume.
Sfuma, il desiderio d'angoscia
tra le coppiette che distese limonano
sull'erba e tu, che quel verde
Non lo avevi ancora visto.


Quando rinsavisci, è già buio.

Che mai si sentisse più
la tua schiena inarcando,
che la bestia oscura che ti sale
quando ti aggrappi all'ira,
che decadesse come inverno.
Creano legami, li guardi lontano
e distanziato digrigni i denti.
Non ti lamenti, aspetti,
diroccato come un edificio
ma sei tu a gettare benzina sul fuoco.

Non è che non se ne rendesse conto,
che sarebbe bruciato lui al posto del mondo immondo.
Ché non può smettere,
no, non adesso,
anche se brucerà lui stesso
Cercando questi momenti
in ogni parte del mondo
Ancora non si spiega perché
permanga così iracondo.

Che ognuno passato tra i cicli
del buono e del cattivo,
che sappia apprezzare la solitudine
che però serba un costo,
ma che ricompensa in maniera soggettiva.
E c'è chi lo riveste con una biro,
e chi non saprà darsi pace
fino a che, il sospiro
lo trarrà al lascito finale.


Delle vere terracotte umane




Dio, date un waffle alla cera.

Che a scaldarci non siamo buoni tutti,
c'è chi finisce ad imprecare per strada,
gettata ogni possibilità di salvarsi.

Sei in una tempesta.
Il vento fischia,
l'oceano spazzato geme
Arrancano gli stormi di storni,
mentre crepita la nave decrepita.
'Ammainate le vele!', infine,
la parola logora il lercio pavimento.
Dispersi nella fanghiglia,
rintronati nel tuxedo noleggiati.
Risparmiamo storie
ed in vacche i consigli,
ti chiedo una mano
prima che mi ci accapigli.

Rischiammo in due
formammo delle frotte
Fondendo pensieri in vasi
di vere, umane terracotte.

Ri-Membrandto gli Stradivari che non riconoscemmo



Distrattamente raccoglieremo le eco dei nostri lasciti,
gli esiti dai nostri lasciati,
le corde nei vilipendi e
le poche gocce di sangue versato.

Rianimando cieli,
rimembri dei nostri sfaceli
Ma gioiosi nell'osmosi
tra sé e l'alto.

Risparmiamoci prediche,
ad ignoti nostri noi stessi
Ed imploriamo sante mamme di vita
perché ci lascino giovani.

Da ciabatte soffici
e gli stivali per andare in montagna,
egli che le via scala e dai baratri
senza confine del pensare scappa.

Immagini

E' fredda l'alba del nuovo giorno.
L'amico sole ancora deve le sue ali dispiegare,
rianimare il mondo nel suo eccelso azzurrare
Infinito caleidoscopio di emozione boreale.

Ha cucinato il panettiere,
si sono prodotte le scie chimiche
Una canzone in più per il nostalgico
una carezza alla bimba che dorme.

Siamo come eravamo una volta,
ma di più.
Fingerò di essere stato reale,
ma mi vedrai solo tu.

Si alza e si vuole
bene passare
giornate adombrate
da poche pietà.

Mi impegnerò,
dispiegherò
ali di carta
di salice
felice.

E chi impegna
quadri e vite,
chi spiega ai figli
il senso di una lite.

Rimedio ai miei errori
fissando il cielo
misericordioso, e
se lo osservo,
vedo.

Un vago sentore

Residui di sbirciati post su facebook.
Minuti scivolati al di sopra del proprio schermo mentale,
uno sguardo rivolto altrove,
una vita fragile e con poca speranza.

Vorrei che mi mostrassi come vivere,
vorrei che mi dessi una speranza,
vorrei che accarezzassi il mio cuore
facendomi sentire protetta,
facendomi sentire il tuo amore.

Il traffico ha da scorrere regolare, giorno dopo giorno.
Qualcuno recupera frammenti di memoria,
azioni del giorno dopo riprese in versi magari
da chissà quale poeta di strada.

Qualche spicciolo per una creazione.
Chi vuol approfittare di questa situazione?
E' finito il tempo dei campanili, dei mecenati
del tempo regalato ai facoltosi.

Arrancavano così,
sentendosi meno sicuri giorno dopo giorno,
regalandosi incertezze
Rispecchiandosi nelle ebbrezze.

Accollati cotillón

Non c'è fretta.
Notare le nubi rosa mentre l'alba dispiega le sue tinte,
fare capolino con la testa fuori dalla finestra.
Ricordarsi il miglioramento ed il margine di errore,
in ogni decisione presa che va accorciandosi.
I miglioramenti conseguiti, le vite scartate
le vie e gli obiettivi raggiunti,
gli amori disgiunti senza leggere
pagine di guide spiegazzate...
Uccellini cinguettare
felici per un nuovo giorno,
o semplicemente lì,
per vivere.

La vena di orrore che avrai adombrata in ogni alba di vita.

Distruttore di gioie gioiose.
Non mi andrai a contestare
l'annesso desiderio di ebbrezza?
Invero non saprai come comportarti,
al mio tardivo laurearmi,
piogge di stelle colorate
di melodia di kalimba
dorata.

Aspettativa ritrovata,
nel tuo verde prato
ad ogni risveglio,
al ripiglio,
riconsiderare l'onda della vita
che come vigorosa ci ha colpita,
rimane in vacui ed interrotti
di sopperire alla mancata nascita.

Esercizio vettoriale.
Stimolazione sensoriale.
Oggi successivo attimo ci definirà.
Non poteva mai raggomitolare
l'eccelsa crescita che levava.
Di sfianco superiore, il dio
Ritrovare con riflessi il perdivo
orrore.


Vanvere d'etica casuale

Le caverne di ghiaccio che abbandonammo per un sentito comune,
mossi da movimenti di piuma delicata che massivi riempivano il silenzio.
Come la luna che non indossa cravatte per apparire migliore,
come se un giorno avessero gettato una colata di colori in cielo.

E' vago nel contrappasso tra il cielo e la terra
una storia d'amore, una guerra
intralciata da sogni, speranze, ideali.
Come puoi accenderti senza il giusto fuoco?
Come puoi sperare di intentare di instaurare?
E i cumulonimbi che si gettano
dalle impalcature sovratterrestri,
degli occhi a fessura
non lasciano luce trapelare.
Ma neanche un milk-shake servito
a tutta maniera in questa milky-way.

Fa' che la profezia si avveri.
Un Isacco uguale a suo padre?
ed un sacrificio è prova di attrazione.
Facendo risuonare sentimenti e
la propria attenzione accolta

nei ventri severi di angeli
incautamente
appariscenti.



Paraphernalia.

Un uomo come un'isola, sorretto da quello che sembra.
Un circuito di speranze, una voglia di dipendenza
Ricercando la ricompensa, come potrebbe stare senza.

Un autunno precoce miete vittime infuocate,
come foglie fatte braci dagli arrossati raggi
di torpido invaghimento.. Malinconia.

Laconico. Di là prenderò una svolta, anch'io
Un giorno forse lontano in cui vorrò sentire
risa di bambini, ed io sentirmi chiamato
Padre.

Un tratto a vuoto

Si è perso nella bolgia.
Non c'è più un senso da seguire,
avvolto dalla fumera, coltre
argento consumata dal nienteche.

Sigarette offerte senza ritegno,
se hai un reddito ad abbondanza.
Tutti ridevano per la strada, senza contegno.
La festività finiva con tutta la sua creanza.

Marcando frasi di convenienza con parole mancate,
incrociando lettere per esprimere nonostante le parole mancanti,
riviene una macabra mancanza di 'Chi siamo, dove andiamo'.
Perché essere qui, in un momento casuale, strano talvolta sale.

Certo non mi sentivo fuori posto.
Tra le coppe piene,
mi chiedevo solo..
Quanto mi fossi adattato?
Fra tutti loro così diversi,
ed un posto che mi aveva trovato.
Ma allora mi chiedevo se non fosse
il posto che gli altri, avevano voluto per me.

Il cammino nel cielo sfitto

Camminare diritto per la via e divenire perfetto.

Perfetto con le tue pare,
perfetto con le tue paure
Perfetto nonostante tu non ti senta mai così,
perfetto in un istante che non finirebbe mai.

Perfetto come le tue pare,
perfetto come le tue paure,
perfetto camminare in una strada che non finisce mai
perfetto rischiando di incontrare ciò che ti può spaventare.

Pensavi di esserti adattato bene.
Ma forse è stato solo il minimo
Adesso incontri chi ha subissato luoghi
comuni, e dalla schiena ti sale il brivido.

Camminare, diritto, buttarsi..
Il cielo è sfitto.
Ancora camminare, e volare
non saranno azioni distinte.

Il pugile - un astratto nel concreto

Momenti interrotti.

...

Ripresi di vista.
Se ti muovi ti rompi
Ti sposti ancora,
e ancora,
e ancora
E ancora.
Liberando un corridoio,
librandomi oltre
dall'astratto, al concreto.

Ora astratto di nuovo.

Ma se guarda la propria immagine
riflessa davanti può essere rassicurante.
Se risplende ancora il sole e sei forte
e risplendi ancora, giovane diamante.

Hai tanto da dare,
e non ti puoi fermare.
Da preparare qualcosa
in maniera sbrigativa, oggi.

Se hai attutito il colpo
e la tua presa è ancora capace,
Se incolpavi il karma
mentre finivi dalla paella nella brace,
Se un'idea è ancora viva
nonostante il fottuto bernoccolo,
Se balzelli così, posizione da pugile
sempre in piedi, pronto a sferrare.

L'astrazione nel momento immacolato, dentro e fuori della mente.

Si tagliò i baffi perché non li meritava.
Di notte, senza accorgersene -
si svegliò già senza.
Dopo una notte di perdizioni,
donne nella sua mente
Aveva rovinato gli ultimi rapporti mancanti -
per niente.

Voleva staccare una parte di sé.

Scorrendo indietro nel suo tempo -
così fissava il soffitto -
vide egoismi, gelosie, mancanze
inquietanti.
Tremende equivocazioni,
furie immotivate e pericolose,
volere qualcosa che non si ha
Rimpiangersi addosso un momento mancato.

Uccise fantasmi,
protesse puttane
spacciò e mentì
ma nessuno tradì.
Quando era la parola data
questione più importante dell'oro.
Oro che in prigionè lo portò,
a passare trecento giorni infami per
rivalutare: chi era, chi fu,
chi poteva diventare.

Era tardi, per essere perdonato.
Non aveva di fronte una redenzione,
ma la possibilità di un altro lato:
vita tranquilla, felice, con moderazione.
Per quanto lo riguardava,
in quel momento, era una scelta X.

Era X perché non ci riusciva, a raccapezzarsi
d'essere stato tradito,
ancora una volta.
Le avrebbe dato l'anima, eppure.
Avrebbe rischiato la vita per lui.. Eppure??
Eppure liquidato con giri infami
di parole gravide di ritegno,
di paure - e già che era scomparso,
che non voleva rischiare,
o così gli era parso.
Non gli era venuto a parlare,
non si erano potuti vedere.
Pensieri racchiusi in un cassetto,
sorrisi scambiati di capofitto -
clandestini.
Pensò, dimenticò,
lasciò perdere chi non lo considerava.
Ma ogni volta era travolto,
al cuore una stangata, un colpo.

Sarebbe scomparso, per l'ennesima volta.
Troppo stupido imbastire una show -
ed in fondo lui andava per la quarantina,
era stanco.

Aveva lo stomaco rotto
che brontolava continuamente,
una strana pace ed il sangue in bocca,
la fauce che si morse, ancora ardente.

Tutto questo fu al risveglio suo.
Andava a prepararsi il caffè,
poi, come io, come tutti -
come te.

Andremmo, tra le vigne

Mi sono fatto male; mi sono rialzato.
Già; ho sputato sangue sul fango sotto ai miei piedi.
Abbiamo costruito capanne nelle foreste pluviali.
Trasportando carichi di speranza nella sollicitudine di migliorare.

Gocce pesanti cascano.
Schiacciano imperterrite
molecole di aria.
Varia
La consuetudine sempre
ripetitiva.
Torna. A riva.
Della tua anima.
Risplenderai sempre,
se rispecchiando le tue
veci.

Fammi ancora qualcosa, rispondo.
Sono nella gabbia, carico; immondo.
Mi puoi gettare addosso ciò che vuoi,
tanto che saprò sempre come risponderti poi.
Dopo giornate che sono delusione,
dopo sentimenti addosso come un camione,
rispetto a ciò che mi sarei potuto aspettare;
no.
Ma io sapevo che mi stavo allontando,
sapevo che diversamente non avrei potuto fare
Come te che ricordi quella persona, chiaro, sei sicuro
Ma ti assicuro che pure tu per buono prendi, che puoi fare
Ancora,
e prendi quelle parole
Che erano come pillole
setacciate in un campo di
gramo
sentore...
Prendi anche il mio,
ti livore
Mentre savio scorri
tra le vinte.
(tra le vigne)

Risvegli ed il prosaico.

Reciproche incomprensioni nel nostro passato,
ad altro condividere, uno l'avrebbero ammazzato.
Le donne perfette, quelle da desktop
un nanosecondo per essere dimenticati,
un momento di attenzione, per favore
Che ci ritroviamo alle falde di un sogno.
Voglio una vita impossibile
di quelle che non funzionano mai.
Fantasiosi piani ideati la notte con un bicchiere in più,
e mai portati a termine.
Vita breve, vita intensa.
OsservandoLa vediamo propensa
Il mio revisionismo personale
mi porta a svalutare il mio passato prossimo,
come a voler cogliere a piene mani
mondi che si racchiudono reciprocamente.

Dispiegate le ali nel fuoco ardente,
si levò.

Tuttigiorni. Fake requiem

Tutti i giorni.
Tutti i giorni alzarsi per andare a lavorare.
Tutti i giorni cambiare luogo e viaggiare.
Tutti i giorni intrattenere rapporti e parlare.

Tutti i giorni mettersi in discussione.
Tutti i giorni aggiungere un tassello nuovo.
Tutti i giorni bisogna morire.. Per ricominciare.

Tutti i giorni c'è chi butta sacchi di spazzatura.
Tutti i giorni chi in quei sacchi ci porta la sua roba.
Tutti i giorni la gente imbroglia. E detesta.
C'è chi torna a casa prima del tramonto.. E chi ci resta.

Tutti i giorni ricordare ciò che sei stato.
Tutti i giorni fare colazione.
Tutti i giorni godere del sapore di chi ha e non si muove.

Tutti i giorni voler spaccare.
Tutti i giorni un ritorno all'essenza fortuire.
Tutti i giorni di fronte all'istinto massimo e.
Tutti i giorni, come cercare di controllare...

Tutti i giorni è quello che ti sta convincendo.
Tutti i giorni come cercare di continuare.
Tutti i giorni conseguire il giorno migliore...

Tutti i giorni ingannare.
Chi c'è, chi ci sarà... Tutti i giorni inveire.
Tutti i giorni continuare, a sopprimere, e via.
Tutti i giorni incespicando e quando convinti, già stanchi.

Tutti i giorni sanguinare.
Tutti i giorni lo vorremo.
Ed alla fine tutti periremo


Rabbia?


Rabbia.
Come se si potesse ignorare,
come si potesse cambiare.
Come potessi variare la profezia
di ciò che hai predetto.

Insane predizioni
per le odiose illazioni.
Desiderio di rivalsa,
'vedrete chi sarò!'
Eppure.
Eppure rimani
con un nodo di gola pietrificato,
incerto di quanto potresti mai
decidere.

freccia

Svegliati a colpi di cannone,
dai spazio alla rivoluzione.
la notturna chiamata sta per arrivare
Tutti noi e gli scarponi alla guerra presenziare.
la vaga montagna inseguiremo,
ti prometto non sgarreremo.
un auto sfreccia veloce,
tra strade tra gioie
immani.

Se vuoi far sentire il tuo amore, provaci abbracciando una persona.

Sarò il
contenuto latente della tua mente
con me che ti appaio in bacheca
kafkiano trarre magneticamente.

Tra un istante di non sapere cosa fare
e di innocua perdizione,
Mi troverai tra le tue notizie
e ti piacerà ciò che vedrai.

Tanto che indicarlo vorrai,
o arrivare a compartire
un indizio di sentiti trascorsi,
mai scontato per l'individuo.

Un corteggiamento fallimentare,
o un'amicizia tanto per fare?
E' anche pacchiano a volte
ciò che ci circonda,
districhiamoci dunque
tra foreste di allegati,
di momenti dispiegati
in multimediali lati.

L'egoista

Arroccati in rigide posizioni non ci muoveremo di una virgola.
Non un millimetro di avvicinamento a impedire riappacificazioni.

Chiudersi nel caldo rassicurante di un vecchio album apprezzato,
ma se c'è una cosa che non mi contesto, è quando ho parlato
nonostante le distanze che separavano.
Quando l'orgoglio è parso cosa da imbranati,
come rimanere frustrati in un lasciato sospeso:
frasi tranciate prima di poter prendere forma,
Distese di pensieri disseminate di parole orfane.

Quando aspettiamo troppo,
potrebbe essere che l'avremo vinta
Potrebbe essere che il nostro cero, un dì,
venga acceso.
Ma a che pro?
Che senso ha fare pace con un'immagine.

La svolta

Rinsaccare nell'immenso oceano di possibilità.
Onde tra spiagge fumose tra edonismo o volontà.

La notte ghiacciata non lo coglie impreparato.
Nella giacca insaccato prende la via del bar.
Certe ore non sono raccomandabili; certi quartieri.
E vedi molto più in un ventaglio d'inquietudine improvvisa.

Le provviste finirono.
I soldati dovevano ritirarsi.
Corsero via, corsero sparsi
con una vita da rifarsi.

Le radici del male si perdono. Nel lamento della notte passavano il tempo.
C'è chi fuma, chi non beve; chi si danna l'anima?
Non ci stiamo preoccupando, le vecchie abitudini non si perdono
Un giorno di scoinvolgimento sovvertiremo il nostro vizio peggiore.

Le impronte lasciate sulla neve
la condensa nell'aria - 'per lei',
mentre confidi in un messaggero,
prendendo la via verso il cielo.

Una notte tranquilla - la salamandra

La salamandra  nera e verde
s'insinuò nel suo sogno,
dal fondale del suo letto.
Più sgusciante della maionese,
più vincente della house
nella discoteca.
Miscellanea di prudenze ed esperienza, puntuale
come un tocco di massaggiatore che sale.

Ora che sogna, sono curve immaginarie
lungo la sua schiena,
dentro il mondo è preso dalla scena
di storie da realtà ispirate,
in tutto questo la bestia profana spazi
e bussa alla porta
della sua attenzione, per trarne ispirazione
e vede, e guarda, e vuole - perché ciò che sente è di potere.

'Andandoti a porre sveglio - dice -
dal tuo sogno senza ritegno,
colmo di corpi e sangue,
che poco trascende e molto langue,
saprai indovinare il motivo,
la voglia, la spada o la missione
che mi legarono a questa ricerca,
senza tempo né ambizione,
a cui venni chiamato a presenziare?'

'Tu, animale' rispose 'così umido
da apparirmi in piena notte,
da volermi riempire con le tue
opportune larve, di consigli
e di ricerca, d'insoddisfazione;
ammiro l'occasione, che dico,
l'opportunità potrebbe riempirmi
di pregiata soddisfazione.
Ma dico, anfibio,
perché non lasci me ancora qui, bradipo
e ritorni quando la luce del sole
si fa più forte?'

Si salutarono, così -
il giorno seguente il sole splendeva cosciente,
così che la salamandra non tornò per niente.
Dimentico di quel sogno,
dormì tranquillo -
come non mai,
perdendo per sempre l'occasione
di passare mille guai.

Se priva di colore

Ammirare il proprio volto nello schermo del pc.
Coglierne maturità, crescita, forse ispirazione;
decidere lentamente le cose da fare in una mattina.
Programmarsi il tempo, tra i colori ingrigiti d'una canzone.

Sarà tardi, sarà notte
Il tuo volto scomparso tra le frotte
di umani ingordi della
loro stessa immagine...
E cambierà.

Ho provato la sensazione di isolamento quando si ferma una canzone,
se la musica non colora le proprie giornate,
il cuore di questa persona non prova sgomento, non cerca una direzione
d'amore alternativa, un canale di riappropriazione?
Difficilmente potrai conoscere un tipo di persone
estraniate dalla musica, dalla vita, dal colore..
Ma se appena ti sfioreranno, coi loro gelidi sguardi,
prova ad andare oltre: pensa al loro sangue tra le aorte.

Pensa al calore che producono,
a ciò che non può fuoriuscire.
Pensa ai danni ottenuti in passato
che loro impediscono un lieto avvenire.

Samuel on Beds duemila & tres. Tremilaeundici

Samuel sui letti?non puoi esagerare,
con la tua persona, segnata da esperienze
che quanto avranno a che vedere,
quanto avranno a che sentire?

Di spazio antico, ogni tanto
immemori. Finché nuovamente
le stesse canzoni, dolcemente
le luci del Natale Capitalistico.

Lasciarsi, abbandonati allo scorrere
di carrilon fantomaticamente da sciogliersi,
da stringere per sentito dire la propria persona
amata, odiata, o straziata a scelta del consumatore.

Voleva lasciarvi qualcosa di puro, qualcosa di suo;
qualcosa di interessante.
Senza mezze misure,
ma senza neppure pensarci neanche.

Optò per il nulla fatto,
poiché era ciò che maggiormente la rappresentava.

La ignota destinazione

Il tempo può cominciare ad apparire come non più importante.
La verità, inesistente; la serenità, inarrivabile; l'equilibrio mai.
Docilmente ascoltare canzoni; in bevute solitarie - le emozioni.

Avrei tratto possibilità anche per gli altri; mi è stato impedito.
Avrei sognato avanti, avrei sentito lo scorrere della perdita...
Impossibile. Scaricare la colpa di esistere non è possibile.

Chiudi gli occhi, inspiri forte... Sospiro.
Ancora una volta, e solo, solo qui;
mi ammiro, senza vedermi e sì,
sempre è un trauma ed una svolta.

Sbilenco armeggio tra forme e rime,
la lingua confonde ed è lo spareggio
tra forma e bieco costretto di espressive cime,
aiutami tra il chiarore lunare a trovare una soluzione.

\E sì, che mi sento tra il veloce e lo spaventato/
dentro vaghe scheggie in corsa di un treno cristallizzato.
Ti vai a rassegnare al fuori controllo, perché menti
a te stesso se in questo volo chiami per una rete ai quattro venti.

La cosa più importante?

La cosa più importante è aver trovato alleati.
Tra occhi furenti, occhi infuocati,
filosofie di giorno, viaggi di notte,
dimensioni espressive si evolvono avvolte.

Abitudini invertite, generi che cambiano
Genericamente coesi nel sentito di una lacrima.
Un ritardo che può passare, come tutto si può perdonare
così ciò che passa è ogni avvenimento, costante magicare.

Perdute le inibizioni della mente, una giornata assorbita
Particolare alcuno rilevante, quando tutto era fluente
l'azione veniva prima del pensare, con naturalezza finita
e la mente spedita a raccogliere, nel prato della sensazione.

Aspettandomi nulla, ricavai il meglio; prezioso il cimeglio
che ci culla, distante dalle fini aspirazioni e i dettami della legge.
Soave, sorregge mentre muore l'istante, celebrazioni;
da che coinvolto già smarrito ancora, dubbioso, pesante - pensante.

Il logos, hic et nunc

Le connessioni stentate tra la gente,
il poco sole che arriva ad illuminare questo mattino.
I rapporti di comodo: mister x, misteria y
Pasti consumati chiusi nella propria stanza.
Hai giornate, sì, hai giornate no
Non puoi sempre essere al top.
Non uccidere quel coinquilino disordinato,
onora il padre e lo zio e la nonna e la suocera.
Bevo il mio caffè scrivendo, ignaro se l'idilio stia finendo,
dai muscoli mentali, rupestri immaginazioni tra il logos.

Corrotto.

Germogli di successo.
Il successivo.
Portato all'eccesso.
L'ennesimo.
Approfitti del potere.
Sei banale.
Come vorresti godere?
Dentro stai male.
Non mi cade un mito, ma una persona.
Un artista.
Deludere con la condotta:
Uno squallido narcisista.

Tutti.

Gli umanoidi giganti
che vagano veritieri
con appagante olio, fieri
per marciare i sogni loro.

Sprazzi d'arancio
in fabbriche di idee,
nubi di essenza gonfia e densa
quanto vera coltre umidointensa.

Tra le paludi fangose
non c'è preoccupazione,
solo protezione naturale
in una cesta di bosco valvolare.

Ripieni di palazzi
di popolazione briosa
in fervide manifestazioni
popolari di gioia.

Le arcate di un cielo che brilla

Delay interrotti di suono.
Ascoltare come un fiore..
Torrenti disseminati di virus,
dolori sommersi.

Cadono foglie color oro,
nella stagione dei sentimenti.
Biascichi di parole,
candido lilla in un cielo che brilla.

"Escogita una maniera per finirla",
dico, quando con passione
ti afferro sul bracciale
per imbastire la mia sorte.

Vacua, a perdita d'occhio
vola grande l'assoluzione.
Glaciali rintocchi di nubi
per un orizzonte di emozione.

La vera lotta è entro noi stessi.

Finali di ottobre,
richiami di oriente.
Tu sospiri dolcemente
poiché accetti.
Io carezzo soavemente
un'idea di stasi,
che non accetterò mai
fino all'ora della mia..
Morte.

Non ti sto dando un consiglio, sto guardando un non-patriota.

"Ooooh yeeh."
Uno sbuffo nella stanchezza,
un linguaggio universale.
Un riposo maestrale
al terminare la giornata.

Saremo in grado di cucinarci un pasto, poi?
Non importa.
A un certo punto,
importano le sensazioni.
Fai l'amore e vai,
senza ritegno,
senza concezioni di spazio di tempo -
privo di sdegno.
Meraviglioso..
E' quando i limiti moriranno,
che raggiungeremo l'altro mondo.

"Voglio essere per sempre giovane",
recita una canzone.
mentre lì fuori è pieno di gente priva di ambizione.

Perché sai che il successo è per l'elité.
Ma cosa aspetti?
Sii folle, si diceva.
Sii affamato,
mangiati il domani.
E che altro?

E gli altri?
Ci siamo ritrovati in un mondo
che non puoi considerarlo
a tutto tondo.
Impossibile.
Vado quasi spastico
tra queste lettere acuminate,
voi, mi perdonate,
affezionatissimi lettori
Perché sapete in un domani
non si sa, cosa troviate.

La gelosia,
è un sentimento umano,
non trovate che lo sia?

"Cileno, tu rubi?
Perché non hai considerato
prima di arrivare a questa
situazione?

Lo spasmo
il finale
gli echi in lontananza.
La voce nella tua
testa
che ti diceva
'fai ciò che vuoi'.
Cambi la canzone
Ti guardi con orrore
In uno specchio che dice
'perché questo dolore???'

Attenzione a non farti fottere
lì dietro c'è sempre la possibilità
Perché questo è il mondo del più forte
e stai attento se controlli la tua sorte
perché non c'è nulla di più,
nulla di meno.

Spalmati su di un letto
e guardare la tivì,
idiota,
che ti stanno già fottendo
TUTTI

Uno sguardo alla metropoli di sera

E' ora,
si scende, si sale.
Il caos metropolitano
il grigio il blu il ciano,
vie ed edifici formati
da mattoni cemento e quadrati
e l'eco che rimbomba in un vicolo.

Scartare lontano i promoter
Cercare con l'occhio la nuova offerta
Pararsi repente di
fronte a una vetrina.
Non puoi sfuggire alle grinfie
del consumismo.
Non puoi pensare di vivere
sempre della stessa roba.
Il campo di scelte ti abbaglia -
E' la distesa che toglie il sonno.

A volte non riesco a tornare a casa,
uscito a prendere una sola cosa.
Non essere mai stato assente quanto qui.
Non volere altro ancora che la pace.

Risposte alla medesima domanda:
cosa vuole la gente?
Evolvere il pensiero
in modo da creare /
inventare il prossimo desiderio.
"Sul serio?" mi chiedi,
se è fantastico.
Ma un desiderio
che non nasce spontaneo
è imposto.

Gente che esce al finale,
gente liquida
Gente che viene fuori dalle tane,
gente con la fame chimica,
gente che scappa,
gente che viene
Gente che gira solo con chi gli conviene.
Gente che torna,
gente che va
C'è chi dove sta andando proprio non sa.

Gente coi grattacapi per la testa,
gente che puoi anche sbatterci contro,
ognuno in preda da se stesso,
il costo vero in questa folla è sentirsi fuori posto.

Colletti e cravatte,
cappello e camicia,
cardigans bluastri
o della strada i ziastri,
fumanti e col baffaccio corto
O il morto di fame che arretra,
noi che possiamo anche passargli accanto
Chi i vestiti non li sceglie,
chi spende solo al capodanno.

Gente che sa come perdersi
di vista continuamente,
come perdersi spettacoli
o guadagnare denaro,
correndo frantica
tra strade convulse -
tra passaggi zebrati,
indicazioni insulse.
Gente che mantiene le distanze,
ma poi s'incastra nel tuo sguardo
C'è chi diffida anche di se stesso,
come pregarsi e pretendere, adesso?

Bisogni di strade
da lampioni appena illuminate,
bisogni di lanterne
da pub nella roccia incastonati,
e prati, mancanti, ristretti
dentro i polmoni nel labirinto.
Niente minotauri, niente cerbero
a guardare le entrate di questa risorsa
per cani al passeggio, déi,
padroni a perdita d'occhio.

NOI vs LORO

La smania di apparazione versus
la voglia di disapparire,
gli occhiali ape versus
il cappuccio tirato su.
Il basso rimbombo contro
le foglie dal vento trasportate.
Sono fiere di feste
o bombe d'introspezione,
sono foto truccate
o bignè di aspettative,
sono foto strappate
o canzoni evasive.
Siamo mercanti ed attori
o lettori e pintori,
siamo il coriandolo e il pepe
o il condimento e il commensale.
Siamo tra i due poli.
Che gusto ci sarebbe e non percorrerli?
Non ho dimenticato gli occhiali da sole,
i gadget,
il prezzo da pagare
per chi si dimentica.
Ma ancora -
il brunch con se stessi,
la visione colorata,
distaccarsi per riprendersi.
Hai una vita
ed alcune occasioni,
scegli te stesso
e segui poco le opinioni.

I tempi passati, consistenti in una nebbia arcana, non vanno a farsi dissipare ulteriormente da una memoria

Ricordarsi amici di epoche passate,
quadri presenti nelle gallerie
della nostra preistoria,
non indaghi di sovente
nella memoria,
mentre c'è chi ci naviga
con sapienti vele!
Da un po',
il vento del destino
suona forte e frenetico,
però,
ci possiamo pure fermare
indugiare
se non incespicare.
Disegnando idee
di fronte a un orizzonte,
una mente che dà al pensiero
lo spazio di una flotta navale
I loghi e le apparizioni dello spazio
personale che ognuno cova
e se coltivato,
dà alla luce i suoi frutti.

Non ti preoccupare di ciò che ci può essere,
ché non si può ancora vedere.

Il continuo riempimento.

Commutare
non è questione da pendolare.
Inseguire ritmi di vita
da spazio e da pista
da ballo.
Siamo ad un'altra domenica
a pensare al piano
di una nuova settimana.
E' questa la dinamica
di stanza nell'universo
umano.
Il ripiano cosciente di conoscenza
ancora rientra nei limiti
di quiescenza.
Ho osservato i segreti
dell'Anatomia di Gray,
è scomparso un rosso furore
dal suo stadio di ibernazione.
E' stato il bliss che speravo,
a brillarmi da lontano;
è uno strato di astro
da una groviera planetica.
Satellica - balzano gli asteroidi
da altezze immani
ancora imprudenti.
Ed è questo che bazzica
in cucina,
che sia una soul
delle trasformazioni,
o di un alchimista cuoco
ma non tipo in Breaking Bad.
Facciamoli fuori,
i pregiudizi,
e se vediamo trasformare
l'alchimista in cuoco
l'ingegnere in creativo
il sarto in costruttore
tra spilli che formano
mappe abbastanza
geometriche da
districarticisi
dentro
sufficientemente.

E' uno spazio di follia,
di idea dalle idee più chiare
e limpide nell'essenza di
riempimento.

La paura e la decisione

E se potessi decidere?
La prossima persona che
ti aggraderà.
La prossima musica che
ti rapirà.
La prossima mossa
nel tuo multi-tasking,
la prossima richiesta
dalla realtà circostante.
Se potessi decidere
il quando, il dove,
il perché di ogni cosa.
Ma ti basterebbe
saperne uno solo
in più,
della tua esistenza.
Se potessi così,
decideresti allora anche
multiformi menù
speciali di tutte le giornate,
Ed i colori della tua camera,
ogni giorno.
Decideresti ogni abito
da una gamma infinita,
gli accessori sono
una sovravastità,
dovresti farti anche
una cultura di vino.
Decideresti sobrio,
decideresti con premura?
Oh no, decideresti vorace
ed incauto, ubriaco
e senza alcuna paura -
decideresti un po' troppo
e sarebbe una tortura.

Il male esiste negli altri

Se ti dicessi che non può succedere,
non può succedere niente
cioè niente di male, niente
Cosa faresti?
Andresti a sbattere su vetri
e vetrine a naso al cielo?
Correresti dov'è vietato?
Andresti a capofitto
verso un precipizio?
Butteresti addosso
parole a chi non hai potuto?
Andresti ad esplorare
le foreste dell'Africa?
Ti butteresti proprio
dov'è profondo il mare?
Proveresti anche
la sostanza peggiore.
Rischieresti di
contrarre il dolore.
Spariresti di punto
in bianco, da colore.
Dimenticheresti
che il male
esiste
negli altri.

Di una breve gita alla discoteca Kapital.

Si cerca di bere,
prima di entrare;
door selection:
la coda si salta
gli accordi raggiunti.
Gli uomini in nero
non si fanno sgamare
c'è ansia all'ingresso
e la chiamata inscenata
a coprir di regresso
l'orecchio incriminato:
quattro pendenti
sono un reato.
Mi salta il piano
ma non è stato vano.
Con i gesti della
scenata italiana,
come siamo noi
è fare serata.
Lesta la bottiglietta
sotto un'ascella protetta:
nell'edificio trafugata
ed in bagno consumata.
E' tempo di foto:
nel salone iniziale
per sentirsi come stars
non si fa nulla di male.
Però se il gioco
è apparire,
coi sette piani
vorrei interloquire.
Poco da dire,
nah, siamo vuoti
sono vuoti e
come non riempirci?
Sotto veli di soda
è ciò che ci arrota.

Siamo tra corpi sudoriferi,
sudici colletti di camicie imbrattate.
Da ascelle pezzate circondati,
ma la vista di perfezione sta vicino a qui.
Tra i sette piani di logistica acertidumbre,
gravidi vacui di voluminose venues.
Con la cautela scaduta di chi va tra mobili,
non c'è un quiescente che possa sostare.
Frottoloni azzimati in maniere da imbarazzati,
la futilità del vostro esteriore rispecchia futuribile
la speranza.
Poiché, in questa istanza mai saremo tutti uguali,
longevo il gioco di quanto vi avvolge.
Ma se io evado e mi suggestiono,
sognando zebrati koala tra kefijah levate,
sto zigzagando ancora volenteroso,
sto dal brioso al rio che non fustiga,
come comunicare fosse qui davvero possibile.
"E' incredibile", dico "che tu da tale
logoclonia sia affetto,
inetto, non sarai lo spero
se non per tuo diletto."
Caudate marmaglie di movimento,
un piano dove solo il catramoso stento,
la commerciale, il reggaeton - e che altro??
Sai, sono stanco. Cabarettistico interagisco,
ma che dico - io sparisco
ed è roba da cabaletta, si vola,
tra i cocktail da trafugare
ed è spento, sai, uno zelante tale.
"Voi zecche, sapete" vado tra la mia alterigia
"Sareste indegne di un kosher, mirate,
dei Quechua vi dimenticate,
di un volitivo conquistatore disconosciuto,
per voi, che siete caccole,
scassatevi nelle narici di un sentito intasato.

Quattro quattrini per un guardaroba,
Appena sta azzurrando - ma neanche,
mi sono rotto i coglioni e tra le strade stanche
torno a sognare, solo, že ki kmalu je tu soba.


La volta del ritorno

Opinioni granitiche,
gettate al vento.
E' il ritorno da una serata,
freddo;
ci si stringe nelle giacche
mentre si passan le vie del centro.
Plaza mayor, sempre grande,
forte, con chi passa nell'incuranza,
con chi urla, canta, indugia in una danza.
Filtri veloce, preciso -
perché il freddo già precoce
coi suoi tagli ti ha reciso.
Scansi, accosti,
scarti colonne
dai senzatetto
accostati sempre.
Hanno cartoni che sono case,
vestiti che voglioni proteggere
ma coscienze mutilate,
immancabili storie.
Vedo le file senza borie,
un ghetto di tutto rispetto.
A tacere stanno gli argini,
innocui brividi dal parapetto.
Entro, proseguo,
la via finita verso casa
scelta spenta
dall'abitudine un poco invasa.
Miro i giovani, guarda
accantonati agli angoli,
rumore vivo a pensare:
ancora un sabato ci manca.
Ed è stanca, la movida
a una certa.
Sapere quello che non ti aspetta,
que la noche aun está despierta.

Ma che diavolo dovrei dire, ora?

tristezza.
come qualcosa che non puoi togliere.
Improvvisamente ti accoglie,
nella sua incapacità di andare.
Avresti voluto una persona,
sola,
eppure ammettetelo,
non avete nemmeno la capacità di rispondere.
Cerco una presenza minima,
la verità è che scappate.
Cerco qualcuno che mi stia vicino,
mi dite una ragazza di cercare.
Probabilmente ridicoli;
è per quanto io reputi il genere
umano distante da me.

ripresa
ritrovarsi nel mezzo delle cose,
dopo che hai cercato nuovi stimoli.
Riprendi forza, ti senti utile
e andremo ad ottenere tavoli
per praticare il nostro lavoro.
Troviamo ragazzi che ignari
vanno verso la traversia dei rari
ribelli incauti sotto ad una scala.

disperati eroi
e vaghi dove togliere
degli accessori è affronto.
Prendere la possibilità
di cambiare ciò che
immotivatamente è
tale.

rispecchia te stesso
mentre in bagni assurdi
cambi colore dagli ovvi
transiti di incredibile
auto-consacrazione.

Mi ha fregato, con la forma di un concetto, l'idea di volerlo ritrovare un giorno.

Volevamo fregare il tempo,
ci ritrovammo con un nulla di fatto,
un pugno di mosche nel pacchetto,
da capo, dati alla mano.
Cercando nella playlist
la canzone perfetta per il momento,
inquadrando pasti consumati
e conditi con sentimento,
prove, abbozzi di monumento
su di un cellulare,
sgomento -
manca una frase da postare.
Non scroccarti la schiena così,
che ti fa male.
Non esagerare questa notte,
tra strade di nomi di cui te ne fotte
chi siano stati, perché,
che abbiano fatto per te.

Ripassiamo mentalmente le cose da prendere,
ricordiamo ciò che da sempre vogliamo perdere,
e perderci nelle strade per perdere il treno giusto
che tra perdite di tempo in qualche modo
arriviamo a destinazione.

La verità di noi farabutti.

Ergerci impotenti,
di fronte a ciò che
ha lasciato ombra
entro noi.
Lasciare alla commozione
il compito di svilire
l'azione e lasciare
il sentimento.
Sentirsi dentro
a una canzone
ed avere propria
la compassione.
Un pigro lancio
verso il cambiamento:
là dispiega forze
atte al lamento.
Ora vedo
spazio molto
dai singulti
del tramonto.

E'...

Come andare ad affrontare un'opinione,
immagina il sapore amaro di una ribellione
Amaro e bagnato dalla piacevolezza
in cui consiste la rivalsa,
vorrei ridistribuirlo ma in fondo so
che tanto non m'avanza.
Non ho solitudine da rimediare,
per riempire fucili del rinfacciare,
ciò che odiernamente è pratica comune,
cioè che si vende come ispirazione lerciume.
Ho sentito gli echi della strada, oggi;
ho guardato nel fondo di quei fondi
della bottiglia che non sono perché
andiamo ragazzi: qui parliamo di verità.
Ascoltami e giudica il concetto:
tanto a fondo vorrei esplorarlo,
come ognuno,
e tanto male potresti giudicarlo,
come il Giuda ignudo.
Ora, ritrattiamo.
Ripassiamo la lezione, ragazzi.
Questa volta vorrei andare a fondo,
davvero,
non so quante regole io segua così,
sincero,
aspettami al finale della via
che i pioppi hanno già lasciato
radici nel soliloquio di ciò
che nelle canzoni malinconiche
mai ascoltate potremmo considerare
vera mancanza.
Vorrei adesso sapere,
ma mi incatenano le mie emozioni-
liberami, e lasciami soltanto
con il podere delle evoluzioni.

Così disse, incauto principe
Nonché il principale fautore
della sua persona evoluzione.
Grigie bianco-azzurre le vesta,
intonsa la ricerca di un'emozione.
No, lui rispondeva
No che non sto cercando.
mentre era, così, la sua parola
il mondo taceva aspettando
E la campagna ansimava,
ansiosa,
ma preziosamente sicura
di ciò che la stava
sorpassando.
No, disse lui,
perché sappiate sempre che
ciò che ricercherete,
non è ciò che qualifica voi stessi.
E' ciò che vi porterà,
-forse-
a una fortificazione,
a un rinascimento.
Ma mai,
dico, MAI
e così disse
mentre l'aria cambiava consistenza,
mentre qual occhio ancora aperto
già prendeva forma maggiore,
come se si riscoprisse
un livello maggiore d'attenzione
Mai potrà cambiare la persona
il luogo, la cosa,
che vale come una lieta canzone.
Ciò che è trovato, infine,
se colto è la pura parte
che ancora ci mancava,
la paglia assopita sulla giacca
consunta che tra le pieghe respira.

E così il respiro del vento,
fronde delle ocra praterie
Integerrimi diamanti violacei,
anzi rubini nel cielo
che nella boria delle viltà
seria del disegno antico vivono.

E' così che dimentico,
con una sola occhiata
Ciò che pura m'ero
procurata.

Immagina una cosa.. Due.

Immagina come se fosse tua, la città.
Come se ti lasciasse prendere ciò che tu desideri,
come se andassi a braccetto coi tuoi desideri,
ed a cogliere tutti quei frutti che la natura ha nascosto.
Immagina il liquido che è secreto dal vicolo segreto,
da quello che nasconde la tentazione maggiore nel vicolo
che hai sempre cercato di evitare inevitabile assoluzione.
Immagina che domani ti alzi, esci,
e non ti devi preoccupare più dello sguardo altrui,
di chi ti viene incontro e ti può venire a sbattere,
te ne fotti come in bittersweet symphony
perché non c'è violino che tenga la correttezza di un assolutore.
Giudice di mille contee, di pregiudizi,
emetterai decreti di fancazzismo,
assolverai tutti quelli che cercano un motivo
ma finiscono per trovare una sbronza che meglio vada.
Mi hai sentito, tu? Tu detieni il potere.
Assolvi te stesso, e - perché no?
Vieni ad assolvere me.

La speranza di tacere

Se è terminata la musica, io divento loco.
Non abbiamo tempo da aspettare,
non abbiamo che silenzi da riempire.
Silenzi nelle goccie che scorrono
da soffrire bisogni quotidiani di essenza.
Ascolti rock, ascolti jazz, ascolti classica -
ascolti gli altri? a me pare, poi rivengo.
E' così difficile stare negli altri..
Oggi ho scoperto di essere distante.
Non è vero, ero solo nel sottofondo
Qualcosa, qualcosa di inesorabile,
sta andando storto in questo mondo.
Ed ogni tanto mi rendo conto
che è la pillola fottuta che ci propinano ogni giorno.
Ti svegli, ti alzi, fai il tuo dovere
poi leggi che il paese è nella merda
e ti stai a rodere. Ròdere, ho detto.
Andiamo, cerchiamo assicurazioni,
cerchiamo il davvero, le essenze,
cerchiamo di stare tranquilli
in un quotidiano che ti logora.
Ti amo, difficoltà;
mi poni di fronte all'esistenza.
E tu, quando in fondo vuoi star comodo,
comodo non senti la necessità di uscire?
Perché uscire da casa, uscire dagli schemi,
esci da te stesso, esci dalle convinzioni,
esci dai giudizi, esci dalle premonizioni
che ogni giorno ti tiri su per vivere.
Per vivere e per sperare,
per sorridere ma inventare
ed illudere te stesso
per un mondo migliore.
No, non voglio dire che dovresti lasciare,
dico solo che c'è altro da inventare.
Ed il perno solido su cui già si basa
la casa col bolide in inverno
che rappresenta un'arroganza.
La famiglia del professore
che tanto sfida la creanza.
La creanza contro il dottore
della droga, che sempre vince
in un mondo basato sul soldo el compratore.
Andiamo, ancora,
vi dico.
Meglio che taccio che
così vi rimango amico.

Fioca.

Il vetro infranto
Il rumore assopito
La luce che non è più fioca.

Correva la notte millenove settecentoquarantre
Boschi lontani narravano storie di foglie morte,
mentre la cornice di luna lasciava spazio alle nuvole.
Era piena, ma insoddisfatta.
Le luci artificiali sono una verità mentreumana:
ludico impasse a crear sicurezza in una civiltà smorta.
La verità è che la frenesia gli prende essenza,
che certe cose che usa sono troppo curate
rispetto alle idee che non va ad approfondire.
Eppure corre, legge, s'informa -
tutto ciò che un uomo moderno possa fare,
normalmente.
Abbiam trovato casa.
Non è stata una lotta, affatto -
così è la convivenza.
Hanno fatto scioperi per evitare guerre,
hanno fatto guerre per evitare scioperi.
Noi ce ne restiamo, quieti quieti,
a controllare i nostri messaggi.
Quieti quieti,
ad offrire i nostri omaggi
all'eccelsa regina.
Salvaci dal male, santa donna
Precludici il dolore, per favore
Arresta il criminale
che la paura soprassale.

Non era fioca, la luce
I racconti nella sala terminavano
come orari di lavoro: per riproporsi.

Fiducia volante

Un passerottino
sulla sporca impalcatura
muove la testa veloce
si fa cadere senza paura.

Crolla nel vuoto
scende a strapiombo
ancora sta dritto
si sta calando nel profondo.

Lui sa la distanza
non si può che fidare
è intrinseca la costanza
e saprà quando volare.

Il recidivo

Perdona - la mia persona.
Se ancora inseguo
e rincorro me stesso,
ma scappo e ribello
a mostrare un riflesso.
Se le ombre si allungano
sempre sulla parete,
se pareti in pensiero
non sfonda l'ariete.
Se adesso arranco
se mi scopro un coglione,
a scrivere mai stanco
e d'idee un milione.
Se vedo la gente
e vedo me stesso
Se dormo di meno
e mi smeno lo stesso.
Risparmio sul marcio
mi sudo il centone
di vie e coscienze
di strade e di visione.
Se ancora son vivo
ma perdo per strada
Chi vuole parlare
sapere ogni figata.

Perdona se sono, perdona se vivo
se scrivo e corro e perdo per strada
chi seguo - ma sono recidivo.

cioccolatino.

Langue langue
non sa dove atterrare
un pensiero che vola
davvero.
Un regalo, una promessa
Se c'è un maschio, una scommessa
Voler sapere di che tipo
di confezione sei vestita.
La fervida vita-
applauso, si tira su il pitone!
Ed a ricevimenti
sgargiante si decora,
un decorso rapido
in confronto alla nazione.
Nazione di pietre
e vasi comunicanti,
nazione che brilla
di luci e diamanti.
E oggetti brillanti
e capi e coppie
e adesso ti sdoppia
un costume da clown.
Siam tolti, se parliamo in serio
e un po' stolti, a ridere scemi-
ma amiamo.
E se mi regali vicino-
è questo l'importante-
non sarà un diamante
ma un cioccolatino.

Il consumismo ha le ore contate

Vetrine limpide
Mani sudate
col barbone a lato entrata
Vivaci gozzovigliate.
Le luci incandescenti
posters iridescenti,
Con poco più di un menù
Sarai felice anche tu.
Lo specchio del rimbombo
il rumore nelle strade
affollate che di repente
si svuotano.

Con reggae nella testa
o techno rimbombare,
il caldo della condensa
il freddo nell'esistenza.
Richiamo essenziale
dal robot siderale.
Scavalchi uno strillone
contrapposto a un cartellone-
uomo.

La calle è anche questo
e più ci passi, più è onesto.

Non abbiamo ancora bastanti lacrime da piangere.

Non vorrei distruggere commenti sinceri ed intrisi di emozione.
Fanculo le versioni live delle canzoni.
Fanculo quando perdi qualcosa e non riesci a trovarla.
Fanculo quando scrocchi la connessione internet ed è persa.
Fanculo quando stai raccontando qualcosa e non ti ascoltano più.
E vorrei riproporre questo fanculo a questi stronzi che hanno tanto bisogno di attenzione.
Fanculo ai quali con cui ti piacerebbe combinare e sono fidanzati.
Fanculo ai libri che cominci a leggere e poi ti rompono il cazzo.
Fanculo ai sistemi operativi che cominci bene e poi rallentano a razzo.
E qui il fanculo va a pc, smart-phone, I-cosi e chi più ne ha più ne metta.
Fanculo alle persone, alle cose, agli animali.
Veramente no, quest'ultimi in genere si salvano vari.
Fanculo a quando cammini per la strada e la gente ti viene addosso che non sa dove andare.
Ma che ci possono fare...

Fanculo a chi fa qualcosa che non va ma non lo voleva fare.
Non l'ha fatto apposta, non s'è reso conto, non voleva far male.
Bisogna svegliarsi e rendersi conto, consapevolezza, verità
e camminare ad occhi aperti e pensieri veritieri rinsaccare.

Alzarsi dopo l'ora di pranzo

Verità sommerse
da auto censure,
puntini e cesure
seguite da Swing.
Raggiunti dal freddo
contenti del niente,
la volta di sempre
chiama una domanda:
non ti fermare.

Se la mente si affossa
la coscienza ci pensa,
il momento di svolta -
passato, in coerenza.

Perché prendertela? Sei solo tu

Perché arrabbiarti?
Perché prendertela..
Per apprendere la verità,
dovrai dimenticare.
Per migliorare te stesso,
dovrai rinnegarti.
Per raggiungere la libertà,
dovremmo conoscere la schiavitù.
Ci siamo liberati di paure fino a un certo punto,
ci siamo detti che ci fidiamo l'uno dell'altra,
ma abbiamo mai dimenticato noi stessi?
Ora guardati.
Io non ti vedo più,
e rimpiango uno specchio.
Dimentico delle epopee d'amore,
raccolgo un nuovo giorno dal grigiore.
Non soffro - non potrei,
ti penso solo quando non vorrei.

Ritorno,
cambio lingua,
cambio modo di pensare.
Un compito che mi spetta
si vede interrotto all'improvviso,
mi sogno una nota di suspense,
mi immagino un sorriso.
Trovare roba mai letta,
rovinare rapporti.

Ci sono tesori sconosciuti ai più
che dovresti ricercare,
strade enormemente conosciute a te
da esplorare, in slow motion,
persone ignorate a cui
dovresti rivolgere la parola,
ed infine tu.
Tu che sai cosa ti fa davvero bene in fondo,
tu che non ti lasci andare abbastanza,
tu che ti perdi in mille cose che?

Una finestra sul domani,
e un orizzonte inaspettato arriva.
Un successo facile, una battaglia vinta
che lascia il tempo che trova -
vi sono soddisfazioni che il tempo solo insegna.
Quindi perché insistere?
Perché prendersela..
Che per vivere, bisogna morire.

La giornata che sperava di trovare giaciglio.

Un'abitudine malsana.
E la musica a palla che ancora vuol salire,
uscire e distorcere un mondo già traviato.
Hai visto il cielo, oggi?
C'era un solco nella suola delle tue scarpe
che mi ricordò una nuvola.

Mettiti comodo, relax.

I segnali del cambiamento sono sempre presenti, penso.
Eppure basterebbe accettare che le cose sfuggano al nostro controllo.
Che cos'hanno più di noi loro, che sempre sorridono?
Che cosa ho mangiato l'altro ieri, me lo ricordo?

Giornate buttate in emozione.
Forse mi faccio trip assurdi,
se non la paranoia è pensiero
brado preso a paia di parole.
Bevo.
Ancora una volta il punto della situazione,
in due mesi che si sono incontrate persone,
due mesi ed una settimana per una persona strana,
due mesi e mezzo sono la via in cui ho sostenuto più di un vezzo.

Una interruzione lunga
come un serpente della perdizione.
Stavo cercando di sostenerti,
nella tua impresa infinita
Ho cercato di fotterti,
mentre ammiravo il tuo coraggio.

Oh, sorpresa inaspettatamente bella.
Tutto ancora è pervaso.
Latte caldo, letto freddo
con amore andremo a dormire.
Per finire

Una sciocche favolas

Ti porterò a ballare,
oppure a vedere le stelle,
oppure staremo a casa
a navigare tra le schede aperte.
Prenderemo impegni,
seguiremo corsi,
sconfiggeremo i morsi della fame
con pane e frutta secca e te.
I vecchi album metal che ritrovammo,
da riascoltare e ricordarci coi capelli lunghi
false speranza e la volontà,
di scappare e non so che, non so cosa.
La verità è che siamo qui,
potremmo stare denudati,
una partita a scacchi con la morte
avrebbe lo stesso non-sense.
Ti dico - e tu mi ascolti,
siamo di un'altra specie,
siamo di un'altra razza
Io un uomo e tu una ragazza.
Mi dici - se tu sei uomo,
sei uno scemo
Naviga solo col tuo remo
futile nel tuo precipizio.
Non sono uomo, sono un tizio
che langue di tutto e niente,
sono uno che osserva cieli e gente
Sono ancora qui a scrivere,
non vorrei andare a letto
Adesso smettila e vieni qui,
ce la faremo te lo prometto.

Staccare la corrente

E se ci svegliassimo con del changua nei nostri piatti?
Gli animi bollenti si riverserebbero nella nostra mattinata,
hai spostato sapori ed odori da una nazione all'altra.
Ora brucia e muovi la tua fiamma in un alito di ventata.

Il brusio della mente,
una folla sconvolgente
e personaggi e chiavi
di volta premature.

Non basta avere la soluzione
a portata di mano,
bisogna conoscere l'istruzione
per arrivare al ripiano.

Passare rupi e salvagenti,
infine contare, contare,
contare sugli stessi
noi che più non siamo.

Staccare la corrente,
seguire le raccomandazioni
-fare finta di-
Dormire.

Il tempo.

Sette minuti per cuocere un uovo sodo.
Uno per togliere le lenti,
o meno, o più.
Pochi secondi per cancellare un contatto,
una vita per dimenticare.
L'odore del pane appena cotto,
la puzza della spazzatura nelle strade.
La vita di chi gioca saltando,
la tosse di chi si muove cigolando.

Non avremo mai tempo per le cose che vogliamo fare,
a meno di.. A meno di.. A meno di che cosa?
Ho provato a cercare soluzioni, ma niente.
Puntare la sveglia per la mattina seguente,
calcolare il tempo che richiederà un certo percorso,
vedere tra quanto tempo passerà il bus.
Attività di routine,
ma quel che resta è il tempo.

Distruzioni di massa nelle visioni di volti concentrati a leggersi a vicenda ed a leggercisi verità veridicamente inesistenti.

Non sapevo se sarei stato lo stesso.
Nella vita, puoi tentare.
Puoi soccombere.
Puoi sorseggiare tratti di verità o andare avanti a singulti per ciò che hai trangugiato prima...
Dipende.
Siamo nati da madri diverse,
ma da un'essenza comune.
Ciò che Darwin e gli astronomi predicano,
non sarà forse l'amore?
Amore.
Amore per una pietra,
amore per un sasso,
amore per la polvere
e per il materasso.
Che la polvere diventeremo,
sul materasso ci si completa,
ogni oggetto svolge una funzione,
ogni umano avrebbe una vocazione.
Incastri impossibili,
inquietudine e moltitudini,
io ora abbasso lo sguardo
E posso vedere ancora.

E' come se le facce potessero parlare, ma le facce non parlano. Casomai esprimono

La strada.
Il fiume di gente, la volta di facce
Ed è come se non si trovasse pace
Però è solo la città e così le piace
Strabordano gli argini di marciapiedi,
si muove rapido se va a piedi,
c'è di tutto e poi lo vedi:
è come se le facce potessero parlare,
ma le facce non è che possono parlare.
Io, attento, che dopo mi faccio trascinare
e vedere parlare quando mai ci potremmo fermare?

La notte scola,
falci di speranze di persone ignobili,
poiché tutti abbiamo una doppia faccia.
Lascia che te lo spieghi: hai sete,
non cercherai forse di bere?
E anziché dissetarti hai dimenticato,
come la fonte si gusta senza avidità.

Troveremo tutti.
Nelle fronde di un bosco,
sulle spoglie di un fiume
Accompagnati da raggi color bronzo,
estimato meglio di un chiaro consiglio
Qualcosa che non potremmo mai seguire..

Quando ho moltiplicato me stesso per diecimila,
la chiarezza era solo un modo di vedere le cose.
Forse, una stilla d'essenza,
bagnata di beautitudine.

La gelosia. L'ultima occasione. Le ultime parole famose ovvero l'inseguimento di una medesima persona che rincorre il proprio fantasma

Quello che non vorremmo mai vedere.
Ciò che non vorremmo mai conoscere.
Chi non saremmo mai stati, mai.

E' tempo di festa, nella città.
Ma le persone sono circo vivente,
le vivande traboccano dalle dispense
E le vergogne, le lasciamo a casa.
Perché lo scrivere è una trasduzione,
però le strade con la monnezza piene
parlano chiaro: la giurisdizione.
Vie piene di vivida impunità.
E' tardi: la fiamma si consuma,
la foglia ingiallendo lascia un paese natio,
mentre le voglie imbastendo una serata.
Andremo via!, dissi, andremo via da casa
Si susseguono le stagioni, ce l'ho una casa
Ignoro ancora l'accomodamento che giace,
e vero permette un ritorno alla stagione.
Come se fossi antico?, mi dico.
Vero è che un amico da sé stante
diviene fulgido bene, lo dico.



Amiamo fottere il nostro futuro.

Sai una cosa.
Mi sto rendendo conto ora, e solo ora, di come continuare a vedere,
ripetere il sottoporsi a qualsiasi immagine con nomi, informazioni,
ci renda più capaci di interpretare.
Dirai.. Sì, è un ritrovo.
Questa volta ho bevuto.
Quando bevi, infine, ti senti stordito
ma ne vorresti di più.
Non c'è limite a questo-
o è solo la mia avidità?
Non vorrei che la notte finisse.
Eppure sono già fuori tempo limite,
la responsabilità è un valore lontano..
Forse. Già penso al domani.
Alle cose da fare..
(oh cavolo, mi sono appena ricordato di una cosa che dovrei fare tale sera.)
sì ed eccoci qua, come dicevo..
Che ascolto gruppi di sottobosco spagnoli da valutare.
E la sera è passata, così, in questo navigare.
Sentire le persone, intrattenere rapporti
Non ci rendiamo conto di quanto prende.
Ma siamo parti di noi stessi,
con le vele spiegate.

Gente senza età:
ho dimenticato ciò che ho appreso.
Le differenze tra i popoli
Le differenze tra gli psicopatici
Le fragilità entro me stesso
Le verità nella socializzazione
Una risata che fuori vedo a stento
Il pensiero che divene attività
L'attività che diventa davvero
La selezione di probabilità
Un dia X que se disfruta en serio.

Un brindisi di verbo, per tutte le cose che non riusciremo a fare.

Ed anche oggi non sono riuscito a scrivere per me.
Curiosamente, questo spazio condiviso ha un destino opposto, ultimamente.
Divenendo un imbrido di varie espressioni.
Ci sono diverse cose per cui me la prendo, ed ultimamente mi rendo conto più che mai che vorrei stare rilassato. D'altra parte, la sera, sto regolarmente trovando il mio spazio.. Ma il problema è che non basta mai. Finisco, pure oggi, a fare le ore piccole ben conscio di avere sonno arretrato che si accumulerà successivamente. E speranzoso di non ignorare la sveglia ancora. Tuttavia sono contento. Sono contento di stare dedicando un po' più di tempo a questo me stesso riflessivo, analitico, a riordinare tutti questi stimoli.. Le giornate sono frenetiche e stentano a modellarsi con ordine. E' di certo qualcosa che dipende dal mio modus operandi, e del resto noi siamo le nostre abitudini. Agiamo di conseguenze.
Non c'è molto da aggiungere: questa volta mi sono giocato la carta poetica, a malincuore, anche se non so come e se arrivino le mie parole intricate. Ma del resto è pure un modo di conoscersi, e centellinare maggiormente le parole in quella situazione mi dà pace, e calore, e una sorta di serenità. Non saprei come definirla. Però una volta che l'opera è completa, è come aver riordinato tutto.. Ed è bello.

Tardi, tardi.

Ed infine a letto,
la gente ancora cammina,
così inquieti..
attento che su un muro esplodi.
Io ho rallentato il mio battito,
oggi essenza,
ma che bruta la gente..
Ed ho incontrato colori,
carta musica sapori..
Soffoco l'istinto violento.
Quando ero calmo,
stavo lontano dalla gente.
Avevo preso il mio spazio,
e nel mio spazio ci si sta.
Ciò che non capisci secca,
e c'è davvero troppo da non capire..
Non è quel non capire grandioso,
è mera merda umana,
ed ha un che di noioso.
Scrivo che vorrei ancora la luce della ragione,
finisco e rimango privo di forze per sognare
Ma è stato ancora sgraziato questo dal rumore..

Dei brindisi mancati a Madrid. No, non è vero, è solo un titolo

La vita è esperienza che si alimenta giorno dopo giorno,
come la candela poggiata sul mio laptop,
che se potesse parlare.. Ma le candele non parlano,
prendono fuoco, come ieri - rapporti burrascosi..
Ma rimaniamo seri. Giungo alla fine della giornata,
devo considerare i miei limiti, il tempo,
le cose raggiunte.
Tre miliardi di robe che vorrei vedere.
Non posso.
Anzi potrei, mai sai come sei,
sai come dovresti stare ed è la contraddizione
dentro che sgomita per scoperchiare il Samuel
di ieri e come cartone squarciato dall'interno
fuoriuscire con la sua presenza.
Oggi ho rimesso un coprimaterasso.
Parliamo di concreto, basta sofismi -
certe esperienze sono dure se le fai.
Porsi nella condizione medesima
di chi soffre o fatica,
Avvicinarsi a un'intenzione
dettata dalle esigenze,
dalle circostanze,
dall'impossibilità di scegliere.
Mai pensato?
Oggi ho prestato tutti i cd che ho qui.
E' bello condividere,
ed in questa casa ho capito ancora
come il più generoso non è mai il più ricco.
E' una questione di proporzioni..
Buenas noches

Il migliore spettacolo

E' di notte ad occhi chiusi
il migliore spettacolo
che se non esplori gallerie
perdi metà del tempo.
Ho già sperduto qualcosa
oltre alla mia ragione
il cervello in ogni sua regione
evoca messaggi estasiato.

(il limite è solo un eco lontano)

Ancora delle parole

Altro da aggiungere?
Metabolismo sempre in moto,
un posto dove andare non manca,
a volte scrivo per dimenticare,
ossia estraniarmi, immagino.
A volte scrivo per estrapolare,
a volte voglio solo gettare
ciò che era dentro.
I miei capelli crespi,
le domeniche con poco sole,
uscire con qualcuno
Pensare a cosa fare.
Ogni tanto esco per pensare,
ciò che voglio è estrapolare
Ogni tanto esco per gettare
all'aria i miei pensieri..
Chiudi quello schermo.
Rimani.. Pensa.
Se ancora vuoi pensare
che questa non è l'unica situazione
che ti rimane..
Allora esci e cambia
e vai e datti da fare.

Le tante parole non possono mai esprimere quanto una cultura intrinseca formata da gesti

Una camera tranciata.
Le idee di isolamento si soverchiano,
mentre nuove vesti intrinsecano
idoli ed ambizioni.
Mi pongo nudo di fronte a queste verità,
mai ignaro di quanto sana certa compagnia,
mai ignaro di semplici spuntini da scoprire,
male facezie son distanti da un ambiente familiare.
Riassettare:
un punto focale
che vale quanto
entropia interrotta.

Potrai distinguerla?

Svegliarsi con una risata interiore,
mangio popcorn nel mio letto,
stanotte lo cambierò
Ingurgito pensieri di prima mattina-
voglio cambiare.
E non la persona - che sono le conseguenze -
Se cambi persone,
se cambi le situazioni
Attitudini, posizioni
reali e non marcate su una mappa..
Puoi avvicinarti di più al polo.
Le fugaci impressioni di sconosciuti,
("oggi voglio fare quel che mi va")
indomabili istantanee di colori
fugaci come la vita passeggera.
Puoi distinguerla da quella vera?

Io non credo,
ma tra le lenzuola trovi
l'isolamento
Cospargersi di se stessi
tra la sfida che è
attivo versus passivo
A volte ti muovi,
rimanendo fermo
A volte ci provi,
ma è meglio stare fermo.

La novità per l'essere umano non è ricercare il piacere.
La novità è sempre inventarlo~

non avere abbastanza confidenza per fare gli auguri su Facebook.

non avere abbastanza confidenza per fare gli auguri su Facebook.
Perché nonostante tutto, i rumori di oggetti trascinati alle ore tarde, gli altri in salone, la rete informatica - non siamo mai soli.
Guarderò l'ennesimo artista che devi sentire, video su youtube, pubblicità essenziale, tagli di capelli interessanti, le playlist umorali - rimaniamo sempre in superfice.
Qualcosa stride nella musica. Cambiare. Mi sono spaventato. Raschio la superfice. Del mouse incorporato nel laptop.
Adesso ho capito.. C'ero dentro, per quello mi ha spaventato.
C'è un'esagerazione nella percezione sopportabile, dovremmo attutire tutto..
Non può passare ogni informazione alla mente.

Quali capelli rimasti sul cuscino,
attutiscono il desiderio mattutino.
Spargere indubbie confessioni,
dirompenti aure da lesioni
indifese acostumbrate
ai momenti, destinate.

Via (la gran)

Il suono del cambiamento.
Americano, country,
strade polverose.
L'idea del cambiamento.
Non posso che pensare a loro,
che cosa lascio e cosa trovo.
Additerò me stesso per la velocità,
cercherò ricchezza nella riflessività.
"Salva un po' di faccia,
sai ne hai solo una."
Sorriderò verso un riflesso,
forse solo a frangenti.
Crescere è un poco morire?
O è un poco rivivere ogni volta.

La notte.
Altri elementi, schemi infranti
piegati umani nella via,
tra adescatori sempre presenti.
Quando trovi pace, gozzoviglia?
Abbiamo una bussola che non funziona,
vere strade da seguire con gps nel petto.
Chi ha provato a squarciarsi,
chi a venderlo e s'è perso-
l'unica cosa è continuare.

Perché anche senza fari,
la strada non scompare.

La volta de lo que non ti saresti aspettato. Il tempo come foglie d'autunno che non puoi prevederne il distacco

Anche oggi sono state maltrattate persone.

E' continuare ad allontanare,
non puoi essere accondiscendente,
ma nemmeno così sgarbato
va bene.

Mi sono ritrovato ridosso
all'ennesima situazione,
persone che non posso gestire,
adornarmi di irritazione.

Perché io penso male,
perché credo di conoscere le persone,
io prevedo la situazione
e nonostante ci rimango.

Male-

male perché voglio abbandonare,
persone a cui ti affezioni,
ma la facilità nel voltare pagina
è una caratteristica ch'ho acquisito.

Il tempo stuprato ignobilmente:
una volontà involontaria,
un'ingiustizia perpetrata da noi stessi,
un'assenza di scelta.

Mogio e quatto

centinaia di amici virtuali,
ma dove sta l'interlocutore ideale?
Infine ti rassegni alla carta, carta reale, carta virtuale..
Non è così che doveva andare.
Non tutti alla ricerca di stupida approvazione..
Dove sei andato a parare?
Chi più, chi meno. Attaccato al suo mondo, timoroso di uscire, scoprirsi.. Ma perché?
Dove siamo a dimenticare che la nostra socialità è tutto quello che ci divide da ciò che potrebbe sperimentare, di diverso, un gatto?
Chi diavolo - che diavolo di animale si rompe le scatole se un altro non si ricorda il giorno in cui è nato?
E' tardi, le porte si dovrebbero accompagnare, non sbattere..
Domani è un altro giorno che riserba le proprie novità.
Scoperte, emozioni - verità?
Intentiamo un approccio.
La mia speranza è sempre una risposta degna, non dovuta...
E adesso sono a secco, di nuovo.
Di nuovo, come al principio - dove sono finito?
Come mi sono mosso per indugiare in una situazione del genere?

-io lo so, e mogio e quatto,
inserito in un cunicolo
che da solo vado creato,
- ... Rivengo.

un incipit perfetto, dimenticato.

Era qualcosa sullo 'scriverei ultimamente mi capita di pensare, ma è una questione che conservo dentro da diverso tempo'.
Facciamo le cose con ordine.
Da tempo immemore, la lettera è un ottimo mezzo di espressività letteraria, pertanto me ne avvarrò.
Ricordando di come ho scritto, talvolta, indirizzato a persone che stavano lontane,
o io, stavo lontano...
Ma quelle cose sono rimaste per me.
Il senso era rivolger loro il pensiero
Ed ora, tornando a noi. Penso tu possa immaginare come quella sensazione della fine, nella vita di un essere umano, addolcisca.
Ecco, ora, in misura minore credo che accade anche quando sei malato.
O almeno a me.. Divento emotivamente più friabile, sento che in larga parte non ha senso avercela con nessuno e così amo un po' più tutti.. Penso alla mia scarsa tolleranza, impazzisco, ci rido su, canto, e poi..
Le riflessioni.

Socialità versus Solitudine.

Chi è che stacca davvero i contatti? E per quanto? Sento che la mia vita è squilibrata.
Apprezzo i momenti di cavoli miei, ma non sono mai abbastanza.
Eppure continuo ad uscire, socializzare. Mi interessa la gente. Che bel problema. Non mi dire che tu invece la gente praticamente non la sopporti, lo so, lo so.
E' che se questo prende spazio a me..
Dov'è il vero me?
Quanto è trasformato in un me adattato alla società?
Questo vorrei capire.
E poi perché trovarmi un po' di tempo per leggere un fottuto libro sia diventato così difficile.
Occasioni, rinunce.. Ne ho già le tasche piene di queste parole, da quando i miei piani epici si sono scontrati con l'indolenza nella realtà. Inutile girarci intorno. Ma preferirei coltivare la mia anima, leggere di più.
Allora sono succube?
Cos'è gettarsi in ogni nuova serata, una possibilità? E se incatenasse?
Ah, tra l'altro vorrei sapere se tu sia uno di quei tre che parrebbero leggere ad ogni nuovo aggiornamento questo blog.
Perché magari mi sto rivolgendo proprio a te.
Aiutami? Naaah. Stupide richieste di aiuto: la questione che mi pongo è così semplice.
no, ecco, lo so. Mi cristallizzo. Si pensa al futuro. Oh, che casino immane è diventata questa lettera.. Come al solito. E poi perché mi è così difficile continuare un'attività intrapresa?
E' straziante perdere così velocemente l'interesse nelle cose.
Certo, sarà per quello che ci gettiamo all'avventura? Quando si introducono una serie di variabili nuove, la situazione ha quel di stimolante - l'imprevedibilità, eccettera.
Chiarissimo anche questo dalla notte dei tempi.
Quindi ciò che dovremmo combattere è soltanto la nostra iperattività?
Dimmelo tu, io adesso sto male e provo a dormire.

Contatti - Ritocchi di nostalgia.

Stati d'animo liquidi che cambiano in un soffio.

Conversazioni che si susseguono,
risposte predefinite o meno,
aspettative bruciate,
persone desiderate,
persone perseguitate,
quando ogni segnale ricorda,
quando ogni persona si sogna.
Uno specchio?
Una vibrazione.

Contatti,
assoluti
smacchi
insoluti
ritocchi di nostalgia.

Il fastidio.

Domande indicizzate,
richieste ossessive di attenzione,
una ricerca che non finisce mai...
Chi siamo?
è la domanda che ci poniamo
mentre alcune porte non riescono a chiudersi,
talune sbattono rumorosamente.
Sono i tarli della giornata,
sono le questioni in sospeso,
amarli come..Come..
come in un un dimentico del fastidio associato ad alcune sensazioni ed immergerle nella pintura di total-percezione, non sapremmo come gestire altro che noi stessi in un gioco letale di socialità dov'è facile arrancare.