Andremmo, tra le vigne

Mi sono fatto male; mi sono rialzato.
Già; ho sputato sangue sul fango sotto ai miei piedi.
Abbiamo costruito capanne nelle foreste pluviali.
Trasportando carichi di speranza nella sollicitudine di migliorare.

Gocce pesanti cascano.
Schiacciano imperterrite
molecole di aria.
Varia
La consuetudine sempre
ripetitiva.
Torna. A riva.
Della tua anima.
Risplenderai sempre,
se rispecchiando le tue
veci.

Fammi ancora qualcosa, rispondo.
Sono nella gabbia, carico; immondo.
Mi puoi gettare addosso ciò che vuoi,
tanto che saprò sempre come risponderti poi.
Dopo giornate che sono delusione,
dopo sentimenti addosso come un camione,
rispetto a ciò che mi sarei potuto aspettare;
no.
Ma io sapevo che mi stavo allontando,
sapevo che diversamente non avrei potuto fare
Come te che ricordi quella persona, chiaro, sei sicuro
Ma ti assicuro che pure tu per buono prendi, che puoi fare
Ancora,
e prendi quelle parole
Che erano come pillole
setacciate in un campo di
gramo
sentore...
Prendi anche il mio,
ti livore
Mentre savio scorri
tra le vinte.
(tra le vigne)