Che cos'è la vita?

Che cos'è la vita?
se non affrontare nuove sfide
imparare nuove cose su se stessi
e sul mondo
abbandonare vecchie parti
abbracciare il nuovo mondo.

ecco. Ebbene il coraggio.
scrivere più tenue.
più delicato.
dare spazio a tutte le parti,
anche a quella sensibile,
nella maniera più proficua
non esacerbare
la parte dannosa.

Non cercare appiglio
dove ti fa male
dove ti ferisci
aggrappandoti.

E un giorno guardare il cielo
e vederne tutta la bellezza
perché guardare il cielo
e la visione non lo offusca
sarà guardare il cielo
e vedere l'orizzonte.

Rancore.

Rancore.
Ciò che capisci
è sempre
che fa male.
Rancora.
Ciò che capisci
è sempre
meglio perdonare.

Tu che mi hai dato la vita.
Bloccato emozione,
scorgo nervoso tra le dita
analizzando la situazione
vado perpetrando
usanze
che non mi hai insegnato
comportamenti
che ho constatato
non essere benefici
per me.
Ma sono parte di me.
Sono ciò che è me.
Rancora non vorrei provare
ma ti guardo,
ti vedo,
non è come osservare un padre
E' come rinnegare.
Nel mio piccolo,
da piccolo cresciuto
a infangare,
a ribellarmi
nel modo che puoi creare
a tuo modo, incapace
sentirti tale
nel rapportarti
a un padre
che vedi troppo capace
Rapace,
perché così è che senti
Verace,
sangue ribolle nei venti
e vene care a tradizione antica
non so riallacciarmi a te, ad essi
amare me come la mia famiglia.

Forse amare è il problema.
Capace, o incapace.
Rancore, provare.
Deleterio e poi sperare
vivere e morire,
sperare o imparare.

Ritorno.

Ce l'ho fatta.
Sono a casa.
Stai tranquilla, amica mia
non m'ha trovato la polizia
ho eluso controlli, sfrecciato le strade
con le due ruote tra deserte piazze
ancora qualcuno in giro si vedeva
l'impenitente che il cane portava
io più cauto, meno spavaldo
tra le vie note andavo
senza maschera, assurdo guardarsi attorno
guarda a cosa siamo arrivati,
in questo scenario preventivamente disadorno.
Natale, ragliano dagli spalti
Natale, con gli alberi e la musica alta
festeggiare tutti insieme, con cautela
che altrimenti è come luce per la falena
contagiati tutti siamo già della paura
Ti voglio bene.
Ritorno veloce
il ritorno sarà breve
la via muore, precoce.

Settimana

E' stata una bella serata.
Sorrido.
Ora più consapevole di ciò che scrivo,
come può essere efficace quando condivido.

Ti lascio parole su un foglio,
le puoi rivendere forse un giorno
quando mi sveglierò un po' più famoso.

Amici in quest'epoca di ipocondrie
quando un abbraccio pare impossibile
condividiamo ancora reciproche traversie
attraversando i decenni tra le peripezie.

Ricorderemo ancora le note stonate,
cambiando luoghi e sensazioni
e guardandoci da fuori frastornate
le anime fuori tempo, variazioni.

L' adesso

Spari
come un tempo
parole al vento.
Sparisci
per del tempo
rinascendo sempre.

Voglio attendermi meno
dalle persone
voglio pretendere meno
da me.

Se la prossima volta
non ci farò caso
Se la prossima volta
agirò più a caso
Più dentro al momento,
anime al vento.
Spari nel cielo
cielo stellato di pensieri
che siano meno neri
boati di infinito davvero.

C'era un tempo in cui sparavo
non è alla cieca,
ma ciò che colpisce
è perché ci azzecca
ed è ciò che finisce
per forza in qualche meta.

E' l'adesso
e non è mai
abbastanza.
E' l'adesso
quando nulla
avanza
Quando avanzi
tra tutti spazi
Tra tutti, spazi
spazzando via
ora malinconia.
chi eri tu?
avere un figlio
così importante
un discorso
da mai affrontare.
Il silenzio
farebbe godere
invece solo pare
dell'acqua
è rimasto il sale
Pesce controcorrente
tonno che scade.
Ti lascio a recitare
le tue preghiere
Ti lascio progettare
un futuro compagno
non posso che vantarmi
d'averti portato via
d'averti fatta mia
E sulla cattiva via
un assaggio di
antipatia.
 Dimmi
parliamo un po'
perché non ci capiamo
E' come fumare
e un po' mi fa schifo
ma mi viene sempre voglia
E' come la birra
sudata, calda
ma me la bevo lo stesso
E vorrei tornare bambino
con te
fare parole punzecchiarci
e chissene
ma non si può
non si può mai
e perché?
Tu lo sai.
ci proverò ancora
a fare tutti sti discorsi
pretendere meno
rischiare una nota
come a scuola
cercare un contatto
per non stare matto
che non eremita
curarmi la vita.
 Pesto pietre
buio pesto.
mi spiaggio in spiaggia
Donde le onde
spaziano spazi
luci sporadiche
conducono barche
e sento, il rumore del mare
aspiro, grazia della brezza
chi mi disturba,
se non un cane
in lontananza.
Registro impressioni
della vacanza.
Né più, né meno;
domani sarà già ritorno
e intanto,
tra un canto
e un buon giorno
fisso il bel vuoto
del mare profondo.
 Vivere, e farsi del male
Vivere è farsi del male?
Tra le strade andare
e consumare
consumarsi
nelle ciarle varie.
Anche tu, lo facesti
e ognuno lo sa
artista negli eccessi
persona senza età.
Mentre cerco la mia strada
estraneo solo ogni tanto
se mi va bene, canto
e penso 'vado come vada'
'M'aggrada?'
interrogo i gatti
random randagi
incontrandoli, indaghi.

Come sei amata
come sei conosciuta
tutta ancora intorno
nei suppellettili, nelle canzoni
Vinili faccio rigirare
finché consunti
imperterriti
salutano
dagli abbietti
al capitano.
Tramonto.
C'è, non c'è?
Non lo so.
Solo nubi all'orizzonte
sole perso tra le onde
Io solo osservo coppie
e in una coppa, solo,
del vino berrò.
 mare scuro
rombo nero
maestà, temevo
mi bagnassi
Ma fallo!
Non ti temo.
acqua di mare
acqua di vita
sale per stare
verace a vita
Era emozionante
sapere
correre il rischio
E quando è arrivato,
il mare,
non mi ha avvisato
onda maestra
capeggia
e tempesta
si forma
con forza.

Qua, io giaccio
guardando il paesaggio
scurito l'avvolgo
muovendo il mio dito.
Io mi auguro che tu lo faccia,
a cominciare dalla faccia
dalla tua barba
rigogliosa appendice
di quell'indice
di introversione.

Io mi auguro che tu lo faccia,
ritrovando la speranza
giorno dopo giorno,
pesce dopo pesce
in faccia.

Io mi auguro che tu lo faccia,
combatti,
sconfiggi te stesso
il più grande avversario
è sempre riflesso
in uno specchio.

Io mi auguro che tu lo faccia,
a cominciare dalla barba
nella tua faccia:
prenditi cura di te stesso
e fai germogliare
quel lillipuziano fiore
che tosto, testa i tasti nella testa
cresce spazi, si fa foresta
è clamore, inascoltato
da chi è sazio e detesta.
Ma tu sii bravo, accogli il dono
a cominciare dalla barba:
io mi auguro che tu lo faccia.

Il mistero.

Non mi importa se
stai con un vecchio
più vecchio di me
che sono un vecchio
rispetto a te.
Non mi importa se
ci stai bene
meglio che con me
che non sono meglio
di te.
Non mi importa se
sbagli ancora
ma sbagliare ancora
nella stessa maniera
è sbagliare di più.

So chi siamo
più o meno
ci troviamo
ci capiamo
e ci piaciamo
è un'ovvietà
neanche troppo
Te la lancio addosso
ma tu preferisci il mistero.

E allora scansati
perché tanto,
viviamo in un mondo
dove nessuno
si capisce
davvero.

Grazia.

 la pioggia grazia abbastanza
in questi giorni.
E io ringrazio
se attraverso




lo spazio
asciutto
sulle mie due ruote
a capofitto
tra vari incroci
e serpenti.
Dovrei stare più attento
Ma quando sfreccio,
Mi sento oltre il tempo
libero, un po' spavaldo
tra le arterie ancora
sangue che pompa
come idranti
su questo asfalto.

Andare al supermercato

 

 mi rende ansioso.
viso coperto,
sguardo nervoso
guardo gente
e poi mi sento violato
se a malapena
sfiorato dal loro
sguardo.


Dunque, chino
tra gli scaffali
sempre ricolmi
abbondanza
infinito fittizio
per convincerci
per darci contento.


Stento ad apprezzare,
ormai,
irritato da opulenze
puzzolenti,
profumate di finto
sulle spalle
di meno abbienti.


Tutto, tutto ciò
che ci circonda
fondato su una catena
Darwin sotto anfetamina
bambini, sotto
carichi di lavoro
nero, il futuro.


ho bruciato IL TEMPO
COME QUESTA GANGIA
CREMA DI NOCCIOLE
SULLE DITA, MANGIO

Grigiadri

Grigio
l'uomo non è ligio
al dovere
dovere alzarsi
la mattina
per un ufficio
le fosche luci
la nebbia
e il silicio.

Grigia
la donna che
indugia
si trova
una scusa
e non rimane delusa
dai colori
dal futuro
che manometterà.


Ladri
d'insieme,
ogni giorno
fottono
rispettive realtà
Gigantesche banalità
con un'unica
tavolozza
una danza,
uno schiamazzo
'che pazza', pensano
'che pazzo, quel ragazzo'

E intanto,
tra un inizio
e un ritorno
stanco,
quel grigio dipingono
di bianco, rosso
e giallo
quell'attorniarsi
blando,
tra i palazzi
quel ragazzo,
quella ragazza
Fanno una breccia,
colorano tanto
con tinte di brezza,
freschezza
nuova vita
ricopre la schifezza.

Dal pergolo

Ho inforcato gli occhiali
per guardare un bambino
sta qui di fronte
è del mio vicino
Pure loro sul pergolo
con le bolle di sapone
Se li osservo, non dicono-
niente, sono in un'altra dimensione.
Ed anch'io: mi allieta
questa calma visione
niente bucolico, qui;
manco il catodico tubo
ma ti dico, non manca mica
Mentre ci penso, e scrivo,
loro son scomparsi
Quasi nessuno affacciato
dalle case, solo rumori sparsi
Ecco una piccola donna,
stende il bucato-
ma è fugace, anch'ella scompare
E mi ritrovo solo
quarantanove balconi,
e io fuori da solo
Una giornata stupenda,
ed io sono solo.

Mera spiegazione

Preda di facili entusiasmi,
tra disagi, prove e chiasmi
letterature premature
di vite chiaroscure. Cerco di dirti qualcosa
Cerco di dare qualcosa
al mondo che è fatto da te
al mondo che non è solo te.

Poi perdo la voglia
accasciato al suolo, foglia
ri-sentirmi solo, risentito
avvertire freddo, non-capito.

Potrei avere il controllo;
non riesco
Potrei sfondare il tempo;
non adesso Potrei spaccare lo spazio; impazzisco Potrei riuscire a superare;
ma non cresco.