Gira, sole

Ancora non mi rendo conto,
girasole nella notte scura
Giro solo senza paura
L'acqua scorre nella gomma,
cavaliere senza armatura
Cavi di acciaio oltre la crine
la brina dimentica il lato affine
che avrà col tuo olio,
degli ingranaggi
automa, tu, spoglio
Sei natura con i tatuaggi.

Scrivere

Ma fai sempre così tardi?
Cosa mangi normalmente?
Cosa mangi con più piacere?
Chi ti mangia nella vita?
Dove nascondi i tuoi canditi
Ti amministri dei solfiti
Ora: domande per conoscersi meglio
Domande per conoscere te meglio
Domande per conoscere l'altro
O domande per passare il tempo?
Ma fai sempre così?
Qual è il tuo archetipo?
Mi sfuggono di dosso
mi sfuggono dal controllo
Ti giuro, che non posso
Additare altro che non voglio
Scopo.
Uno ed uno soltanto,
basta,
ma adesso basta,
solo uno è tanto
Volontà.
Se io ti voglio,
se tu vuoi,
se noi vogliamo
coniughiamo.
Non sapere dove arrivare,
sarà un dramma -
non ci puoi campare.
Se invece guardi la mappa,
ne sei ossessionata,
non è una buona mossa.
Dico, seguiamoci come appiglio
è davvero un buon consiglio
Seguimi, segui ciò che dico
Non è difficile, se mi sei amico

Una volta al mese

rendersi conto del proprio ego,
di come risuonano i propri pensieri
Tamburi inespressi
e riprendere contatto con l'umanità
Ricercare quell'anelamento all'essere apprezzato
considerato
strappato
dal quotidiano
che ti sei Creato
Creta modellati, modella,
anelami per la tua vacuità interiore
Insegnami, a passare oltre
Non sono ancora arrivato.
Sono stato, ero: stato. Assente
Giustificazione tramandata
al mio seme.
Giustificazione di una persona malata,
malati: lo siamo tutti,
in fondo, no?
E ci siamo abituati.
Ci hanno detto:
potete vivere malati,
perché no?
Ecco che perdo controllo,
riprendo coscienza
E' sempre un primo incontro
con la propria essenza.
c'è ancora qualcuno che si preoccupa.

Vorrei scrivere il post più lungo. Sono le quattro passate qua, il momento in cui cerco qualcuno che mi capisca, sento quella sensazione di affranto. Ma è così tardi che è assurdo. Sono tutti stanchi che vanno a dormire, e non è che debbano avere tempo per me. Continuo ad essere quello che beve ed infine non è ubriaco e non vuole dormire ma solo terribilmente disilluso?
Vedo tante, troppe?cose. Scene di vita, persone - perché conosco, esploro. Vizi, virtù. Commetto errori, ancora. Mi sono distratto oggi dalla fine di un rapporto, praticamente. L'isolamento che raggiungo qui è qualcosa che non avevo mai pensato. E tuttavia lo vivo molto bene, come se in fondo mi fossi preparato. In tutti quegli isolamenti voluti nella mia terra natia. Qui, a distanza, volontario in un'organizzazione che praticamente mi ignora.. Beh, sono sempre della parrocchia che in fondo fortifica. Ma è dura. Ed è sempre il vecchio Samuel che cerca e considera e poi si ritrova a chiedersi: ma perché? E si risponde, perché hai bisogno delle persone - è umano. E cerca di non prendersela se si sente poco considerato. Ché non vuole fare la parte della vittima. E si ritrova, come sempre, a pensare che dovrebbe fare di più e ritrovarsi ad avere meno tempo per questi pensieri.
Questo è vero ma, paradossalmente (o forse no), mi ritrovo nella situazione di potenziale ozio. Dopo aver cercato di essere propositivo, attivo, la vita mi ha riposto nel limbo del poter avere possibilità di fare meno. Quasi poca scelta. E non ne sono così scontento, anzi.. Perché sfrutto i momenti per amare lei, la musica. Però è assurdo, dopo aver pensato di responsabilizzarmi. Il fantasma di ciò che sei ti insegue sempre, difficile scrollarselo di dosso. E poi pensi anche, chi sono io a questa età per cambiare radicalmente il mio modo di fare?
E sono al punto che non pubblicherei questo. Ma tant'è: regaliamo al mondo anche questa parte più esposta di me. Persino io potrò leggerlo. Quanto vale tenere le cose per noi stessi, se un giorno saremo cenere? Questi classici pensieri che talvolta mi tormentano, mi fanno anche capire il senso delle cose.
Non posso dire che una singola giornata, una, sia priva di senso.
Inseguo l'ideale di esprimermi senza preoccuparmi di ciò che sta attorno.
E va funzionando.
Poi se conosco, mi butto, esploro.. Le situazioni interessanti non mancano.
Ogni giornata serba bellezze.
Come non esserne lieti?
Comunque non ti fa sentire meno solo. E' sempre questo il discorso, come ogni patetico adolescente che vuole la storia d'amore. Mi mancano troppo diverse persone. Ed a volte sembra tutto distrazione. E capire che sono questa persona che si stufa, che è critica, e che poi rimpiange. Nel senso che mi mancano. Che il passato sia indorato.. Ma è sempre una sensazione pregna, importante, specie per qualcuno. Abbiamo tutti bisogno di qualcuno.
E qui finisce il discorso, immagino. Non è che sia poi tanto lungo.
Non voglio ancora andare a dormire, dannazione.
Dovrei proprio dormire, dovrei domani fare cose.
Ogni possibilità ed idea nella mia mente che non prende corpo.. E ti senti coglione.
Ma del resto, come  cambiare ormai?
E a pensarlo, ti senti ancora più coglione.

Il post apposto

Sai
che ti scrivo,
e quasi non vorrei scriverti
Ti consumo,
quando vorrei resisterti
Ma sei tu, qui,
che leggi
E non sarà quella ex
non sono in torto,
non sono niente.

Sono nel mezzo di una storia con me stesso,
con tutto il mondo che mi porto appresso
Non ti mettere a suonare che è tardi,
non mi guardare così con quegli occhi languidi.
Ricordo me e te sulle sponde del tuo paese,
ricordo fingere poesie e leggere Pavese
Ci ricordo poi litigare ed amare
ed in fondo che cazzo erano quelle pare?
Sto di nuovo qui, ti pare,
cercando di non scomparire,
sempre meno nascosto, vicino,
lontano dal capo del mondo
che vuole pretendermi
con solo un destino.

Consolo me stesso,
desisto
Se è questo che vuole da me,
lo avrà, o non lo avrà,
sarà solo illusorio
Io ci sono, il meglio che posso dare
c'è.. Forse non vicino a me.
Chi stiamo aspettando
se non noi stessi
ed una consolazione?

"Eh, sarò stato impegnato con la laurea."

2016: anno gramo dal punto di vista bloggheristico.
Parco.. Parto. Ringrazio Brondi per la citazione del (certamente provvisorio come ogni volta) titolo, e se ne va in un'altra città, a 40 frattali. Solo che frattali era chilometri.
Così, posso interrogarmi sul senso di blog e come questo è cambiato nel tempo, ma cosa c'è da dire se non che sia mutato naturalmente attagliandosi alla necessità del tempo e mi è sempre disponibile come rimasuglio di spezzoni personali passati, fardelli in qualche modo affrontati?
E poi, secondo, ci sei tu.
Tu che poi siete diversi e mi stupisco chiedendomi se sia un giusto conteggio, anche certe giornate con folli centinaia di visualizzazioni: boh. L'importante è che comunque, ti esorto ad aprire un blog. Nel caso ci stessi ancora pensando, perché sì, è positivo. Io iniziai spronandomi a pubblicare dei brevi scritti che si potevano chiamare poesie, volendo. Avevo poi ricevuto dei plausi, anche se l'idea di scrivere era stata accantonata in favore nella musica. Poi, nel 2013, è stata epicamente ripresa.
Comunque anche se scrivo così, e faccio punti della situazione, para-sfogo, è positivo. Il successo di foto, video, contenuti multimediali condivisi in maniera ossessiva è che non abbiamo altrimenti modo di confrontarci facilmente col passato. I ricordi sono palesemente fallaci e, per quanto mi riguarda, soppressi da un pensiero qui ora molto improntato al futuro. Io analizzo, immagino, costruisco mentalmente molto, ogni giorno. Mi faccio i filmoni, anche, in pochi minuti. E' più forte di me e questo può ledere le aspettative, certo. Ho pensato che forse è questo che contrasta la mia memoria del passato che fa acqua da tutte le parti.
Così, in fondo questo scrivere sinceristico. Stavo dicendo che parto, sì, e come sempre tra rancori. Eeebasta. Sì, me lo dico da solo, io che devo drammatizzare, esagerare, ma porca miseria.. Arrivo a fare i conti e sentirmi così solo e privo di amici. E' che le persone generalmente si devono fissare con me. Non riesco ad essere superficiale, ma non riesco neanche ad essere leggero e tranquillo a comando, non riesco a non essere tormentato, ad accontentarmi, a non spingere il rapporto nel profondo e forse bruciando le tappe, spaventando, allontanando continuamente, questo diventa sfibrante ed il pugno di mosche che mi ritrovo è sufficiente ad inizializzare un'insettosa cologna. Davvero, ci sono aspetti fallimentari che conosco da tempo immemore, eppure non riesco a sottrarmene. Forse provo piacere nella catastrofe: buona materia per psicoanalisti. Alla fin fine forse ricerco l'emozione, pur essa negativa, aborro la noia e non posso permettermi dosi troppo sconsiderate per i miei standard di scialbezza. Il che può significare un segnale piatto di pochi minuti.
Insomma, mi spiego suppongo: so come non va, non c'ho pazienza, non vedo chi abbia il tempo, seleziono avanzando come un bulldozer. Pessima tattica ma i piani sono stati consegnati ed il generale non torna indietro, alea iacta est.
Vabbuè, me ne termino co ste figate e me ne vado qui. Grazie per essere lì e leggermi. Chiunque sia tu, ignudo, savio, polvere torneremo, cosa vale un'esperienza se non per te?

se quanto ti amo, non si può scrivere, comprendi te stesso e siamo apposto

Una musica ti fa cambiare atteggiamento mediato dalla notte capita macinate irrisorie di contenuti ricordano il vuoto mediato dal quotidiano è il nostro sforzo davvero la mia flessibilità nei confronti dell'altro osservo e pare così ossessionato da se stesso errore, stessa reazione.
Perché?

Per trovare qualcuno che ami, devi essere qualcuno che ami.

Le stronzate
le persone
la misantropia.
Trattare male le persone,
sentirsi male dentro,
vivere nel disagio.
Ho bisogno di inspirare il disagio,
espirare il disagio,
tramutare il disagio in carburante.
Ho visto una persona conosciuta oggi,
era passato tempo, ho visto altre persone
Non me lo chiedo troppo spesso, chi conosco.
Non sto sentendo l'aria che sto inspirando, perché gusto la birra che bevo?
Non sto forse dimenticando tutte le energie che in ogni momento mi lasciano?
Ho creato un mondo di me stessi che conferma la profezia che tutti noi perpetriamo?

rilassati.
siamo nel momento nuovo,
sempre.

Frappoco.

Raddoppieremo indecisioni,
nella ricerca prosopagnostica
dei volti delle emozioni.
Rivolti al futuro,
mai consci davvero
di ciò che successe al nascituro.

Sono sveglio di nuovo,
sono sveglio davvero.
Faccio un discorso che pare serio,
faccio un discorso o almeno ci provo:
Mentre bisogna festeggiare e vegliare allo stesso tempo,
quando circondati d'architetture umane allo sfascio,
ricordiamo solo ciò che raggiunge il nostro conscio.
Sono caustico e cinico,
sono flusso e tesoro,
prono alla scoperta
pensieri divoro.

E tarocchi per oggi e per domani,
circensi nelle religioni,
un sistema si regge sulla dipendenza,
un altro invece sull'accondiscendenza.

Eppure presto scoperemo con le macchine. (non titolo)

Tutto ciò è ridicolo; anzi, no, è la normalità.
Inizio a scrivere questo e già mi sembrano parole stantie, e già mi sento e stanco, e anzi forse è l'ora, e anzi forse allora come adesso sapevo, non mi posso rassegnare, non adesso; lasciamo stare.
Vedo altri passi indietro, nei nostri passi avanti.
Il futuro è la tecnologia, e già adesso siamo limitati.
Limiti, sempre a pensare ai limiti.
Qual era lo scopo originario, del progresso - se non superare i limiti?
Creiamo fosse per l'adeguatezza con le nostre stesse macchine.
E' come, adesso, c'è bisogno di bilanciamento.
E invece da una parte assurdi tecnomani ma neanche,
semplici persone sommerse da macchine e distacco,
da neanche vedo che cosa sta vivendo.
Ma anche gli altri non saranno fanatici?
Quelli dello spirito e la natura,
dell'energia che coinvolge mondi ed universo -
e poi li ascolti, lo sai, sembrano un po' persi
Forse più sereni e illuminati alcuni, ma...
In medio stat virtus, dove stiamo noi?

E sì, sembravano, sembrano, parole stantie.
Qualcuno là fuori.. No, non mi fare abbattere.
E' come se tutto seguisse un corso,
ci pensi, e ti affrange.

è colpa di qualche birra, dell'ora.
Tu, vai a dormire, non ci pensare.
Non sarà oggi, non sarà domani:
abbiamo tutti a cui pensare.
E perché dovrei costringere qualcuno
a guardare mari, palazzi?
E perché dovrei costringere qualcuno
a parlare di discorsi "alti"?

Era passata, tra le strade, altra riflessione.
Cogliamo sempre tanto ma non consapevolmente sempre scegliamo.
Sorpassiamo luoghi, salutiamo persone
Sorrisi tra le tante passeggiate.
Futilità che si accumulano sopra cumuli di convenzione.
Sempre il punto, la sensazione, sfugge...
Dettagli che scivolano tra le mani semi imprendibili.
Ho designato piani vani per umani intoccabili,
tra pieghe della mia mente a mani conserte,
tra piaghe di immani deliranti idee con su erte
scoperte di inevitabile cinismo dell'umano aperto.

Sai che anche volere qualcuno vicino, non risolve il tuo problema, e nonostante tutto sei umano, sbagliare è, avere bisogno, pure.

So cosa scriverti,
non ti scriverò.
So a che pensi -
no, non lo so.
So che la notte
non è più fredda,
so che lo cerchi
non trovi rimedio,
so che la musica
un po' mi consola.
Vedo le tratte,
spargo esemplari
di pensieri cari
a chi speri che conti.
Conta la notte
con te alleata -
no, non conta.
Conta le pecore
affollano strade
ricolmi d'inedia
spirituale, morti
nel fondo di loro
mancati insorti.

Incontrati

Le stronzate che vedo attorno a me,
i comportamenti -
non posso più scrivere, ho le mani gelate
restiamo a casa, che fuori fa freddo.
La fissazione dell'abbruttimento,
va bene così che domani andrà peggio,
il cinismo il pessimismo giustificato,
lascio andare il mio arto malato.
Se tu speri che cambi, che si avveri,
è vanità ingiustificata
Abbonda di insane irrealtà
che inondano l'inalato antico.
Attaccati, solo,
ciò che bisogna staccare.
Intaccati, solo
ciò che è ancora sacche
di stasi passate,
inadeguate
Impassibili al cambiamento voluto.
Sei tuoi che vuoi,
sono loro che non capiscono
Sei tu che non capisci,
quando vuoi loro.
Risparmiati fisime,
infissi,
che fissano pareti di pensieri
trascurabilmente invani.
Sei tu quello che vali,
in dardi assaltare i validi innati crepiti scopiazzati da vissuti ambientati in epoche passate.