Solitudine universale



Quel che c'era di vano, non lo poteva che ricercare.
Proprio come tutti gli altri.
Eppure un giorno si ritrovò,
solo, in mezzo alla folla.
E rannicchiato nella propria anima,
con un corpo tremendamente freddo.

'Perché ti rannicchi così?',
gli chiese la fatina dentro la sua anima.
'Perché sei la sola coscienza
che non si macchi di tenebrore.'

Detto questo,
vago scambio di battute,
Era entrato in un circuito strano,
e lascio le sue paranoie condensare
La tristezza sciogliersi in una tazza
di lamento caldo, rassegnato.

Forse potremmo scaldarci con un sorriso,
reciproche consolazioni.
Perché credo che la solitudine non tenga
sesso, razza, forma.

Stare da soli, e bene,

Il segreto del piccolo sentore del sentirsi considerati.
Desiderare un piacere ed una pace che vadano oltre il letto e la dormita.
Rimanendo abbagliati da una condizione,
dallo stare soli, e bene,
connessi i circuiti dell'estraniazione,
entro stanze che estirpano i leader della nostra nazione
Totalmente avulsi da qualsiasi schema connesso,
andiridando vaghi per un mondo circonflesso.
'Chi sei?', gli'è da chiedersi
la ragione di una sessione
pura di vera mera
spaziosa inquietudine.
Ed andando per i corridoi lunghi,
giungendo agli scantinati
dell'anima, savia, si rammentò
nella conclusionatezza.
Annaspando per respirare, risaliamo
in una superficie piatta,
rispetto alle profondità esplorate
sonorità maggiormente sviluppate.

La trucidata (paranoia)



L'assenza che suole comunicare..
Non dipende da una sottomissione.
Ma da una mancanza nella comunicazione,

Se vuoi capire chi è l'altro
Mettiti nella sua testa
Abbandonati al non essere te
Getta le armi al tuo fianco.

Non sempre le sue aspettative
incontravano quelle dell'altro.
Suoleva immaginare il pensiero altrui,
come al suo fianco.

Se lo aspettava, moriva tanto
non avrebbe voluto incolparlo
che il manto si sarebbe potuto
risporcare di spento incanto.

da un'incauta liberazione,
rispecchiando un'innata paranoia
trucidata soavamente dalla comprensione.

Non è, tembrore



Ed era chiaro come le prime luci del mattino.

Perché come ogni momento, non era costernato
per degli amici perduti,
piuttosto persone che prendevano differenti percorsi
nella strada dell'esistenza.

L'essenza.

Ciò che ci richiedemmo per sempre,
stava lì.
Nessuno la coglieva,
poiché.. Non poteva.

Le sensazioni che più spesso riempivano i cuori della gente,
erano di felicità effimere.
Ma nonostante questo, non si potevano decolorare eccessivamente
erano savie nel loro essere.

Irrompo,
con un sentito che è maggiore.
Io che non voglio odiare,
dal primo istante che vedo tembrore.

Quando la notte non porta consiglio, ma preoccupazione.

Come se rimanere svegli fosse firmare una breve condanna.
Contro tutte le piccole cose da fare per essere felici.
Persone appena conosciute che non puoi chiamare amici.
E' la loro compagnia che ti cosparge di dolce panna.

Come un cuore che si ricomponga da due perfetti pezzi,
vermigliose metà che rimangono sole.
La clinica del sole ti può aiutare,
la clinica delle persone sole ti farà scordare.

C'è un baratro oscuro oltre la siepe del conoscimento.
Mi sento più forte, la scorza fuori,
il corpo temprato e l'energia dentro,
ma a che pro, se non so dove poterla portare.

Sono queste, le mie idee amare.

La mente si apre,
ma non sa dove andare.. a parare
E che vaghi, vaghi sentori
di insoddisfazione sempre presenti.

Non risparmio commenti sgradevoli.
Reagisco di frequente con astio.
Io che ebbi un assaggio del mondo vasto...
Perché soffrire ancora così tanto, l'altro?

Salone



Che non si lasci annacquare da un putrido imprevisto,
quella sensazione di tranquillità.
Ma quasi ogni inconveniente è vissuto con serenità,
quando volutamente in particolari situazioni ti sei visto.

E' un suono,
è qualcosa che si muove.
E' un compare che dorme,
pacato il suo respiro.
Mi distendo le gambe
oltre le trame rosse
che avrei potuto colorare,
un'immagine rende più delle parole,
una musica più di un sentimento?
Siamo e torneremo polvere,
generiamo suoni e colori.
Ci spostiamo tra gioie e dolori,
cercando nuovi modi di evolvere.

Tra una corsa e l'altra,
risoluzione.
Perdendoci di vista, con la
soluzione.

Il confronto tra le età, gli spazi, la vita e l'elevatore che porta al cielo di vaniglia

Sistematicamente ti ho ricercato,
tra gli intrinseci spazi che noi abbiamo creato
E quindi la teoria del piacere ha ancora dominato, sai
sono rimasto rincasato alla mia tavola tra ascolti lo-fi.

Accelerando il processo, ed evitando di processarmi
per quest'ultima rinuncia alle compagnie,
quest'ennesima vittoria della misantropia,
una rivincita, un ritorno al piano zero.

Sale l'ascensore, rapido.
Riflessi di luci tra i vetri.
Di fronte a te un bambino:
ti mira silente,
testa piegata in alto.
Non dice niente -
non sai se sia cosciente.
Vi guardate e sapete
che non vi fermerete
allo stesso piano.


Piano tra le luci della città,
addensato vespertino,
c'è solo il fracasso.
Comincio a rallentare,
appena uscito dalla metrò.
Inseguo sguardi,
mi vedono persone
Mi cerca di vendere
un biglietto, speranzoso.
Qualcuno raccoglie una
inesistente provocazione.

Non faccio molto per non apparire strano,
ma è strano il mondo che appare di fronte a me.
Tutta la fretta, sovente mi secca
ed è allora che imparo a staccare un interruttore.
Mi fermo, mi distanzio nel mio mondo interiore..

Frammenti di spazio mancato, di vita vissuta.
Come pezzi di cera staccati e vagabondi.
Non li farai bruciare, se non con la miccia giusta.
Ogni tanto riappaiono ardenti, ma come.. Sogno?


La casa di cristalli. E poi, ciò che non posso controllare

Passeggiavo in una casa di cristalli.
E mi chiedevo, sommesso, perché?
preoccuparsi, tanti problemi farsi
senza l'alcol che riduce l'ansia sociale.

Vale, tantissimo, il tempo passato
ad introspaziare,  però attenzione,
si può sempre cadere, piangere,
ed imprecare contro chi cadde con te.

Correva l'anno duecentimillanoventatre.
C'è chi scola una Weizen, chi brucia Maria
sulle forme di un fiume.
Sfuma, il desiderio d'angoscia
tra le coppiette che distese limonano
sull'erba e tu, che quel verde
Non lo avevi ancora visto.


Quando rinsavisci, è già buio.

Che mai si sentisse più
la tua schiena inarcando,
che la bestia oscura che ti sale
quando ti aggrappi all'ira,
che decadesse come inverno.
Creano legami, li guardi lontano
e distanziato digrigni i denti.
Non ti lamenti, aspetti,
diroccato come un edificio
ma sei tu a gettare benzina sul fuoco.

Non è che non se ne rendesse conto,
che sarebbe bruciato lui al posto del mondo immondo.
Ché non può smettere,
no, non adesso,
anche se brucerà lui stesso
Cercando questi momenti
in ogni parte del mondo
Ancora non si spiega perché
permanga così iracondo.

Che ognuno passato tra i cicli
del buono e del cattivo,
che sappia apprezzare la solitudine
che però serba un costo,
ma che ricompensa in maniera soggettiva.
E c'è chi lo riveste con una biro,
e chi non saprà darsi pace
fino a che, il sospiro
lo trarrà al lascito finale.


Delle vere terracotte umane




Dio, date un waffle alla cera.

Che a scaldarci non siamo buoni tutti,
c'è chi finisce ad imprecare per strada,
gettata ogni possibilità di salvarsi.

Sei in una tempesta.
Il vento fischia,
l'oceano spazzato geme
Arrancano gli stormi di storni,
mentre crepita la nave decrepita.
'Ammainate le vele!', infine,
la parola logora il lercio pavimento.
Dispersi nella fanghiglia,
rintronati nel tuxedo noleggiati.
Risparmiamo storie
ed in vacche i consigli,
ti chiedo una mano
prima che mi ci accapigli.

Rischiammo in due
formammo delle frotte
Fondendo pensieri in vasi
di vere, umane terracotte.

Ri-Membrandto gli Stradivari che non riconoscemmo



Distrattamente raccoglieremo le eco dei nostri lasciti,
gli esiti dai nostri lasciati,
le corde nei vilipendi e
le poche gocce di sangue versato.

Rianimando cieli,
rimembri dei nostri sfaceli
Ma gioiosi nell'osmosi
tra sé e l'alto.

Risparmiamoci prediche,
ad ignoti nostri noi stessi
Ed imploriamo sante mamme di vita
perché ci lascino giovani.

Da ciabatte soffici
e gli stivali per andare in montagna,
egli che le via scala e dai baratri
senza confine del pensare scappa.

Immagini

E' fredda l'alba del nuovo giorno.
L'amico sole ancora deve le sue ali dispiegare,
rianimare il mondo nel suo eccelso azzurrare
Infinito caleidoscopio di emozione boreale.

Ha cucinato il panettiere,
si sono prodotte le scie chimiche
Una canzone in più per il nostalgico
una carezza alla bimba che dorme.

Siamo come eravamo una volta,
ma di più.
Fingerò di essere stato reale,
ma mi vedrai solo tu.

Si alza e si vuole
bene passare
giornate adombrate
da poche pietà.

Mi impegnerò,
dispiegherò
ali di carta
di salice
felice.

E chi impegna
quadri e vite,
chi spiega ai figli
il senso di una lite.

Rimedio ai miei errori
fissando il cielo
misericordioso, e
se lo osservo,
vedo.

Un vago sentore

Residui di sbirciati post su facebook.
Minuti scivolati al di sopra del proprio schermo mentale,
uno sguardo rivolto altrove,
una vita fragile e con poca speranza.

Vorrei che mi mostrassi come vivere,
vorrei che mi dessi una speranza,
vorrei che accarezzassi il mio cuore
facendomi sentire protetta,
facendomi sentire il tuo amore.

Il traffico ha da scorrere regolare, giorno dopo giorno.
Qualcuno recupera frammenti di memoria,
azioni del giorno dopo riprese in versi magari
da chissà quale poeta di strada.

Qualche spicciolo per una creazione.
Chi vuol approfittare di questa situazione?
E' finito il tempo dei campanili, dei mecenati
del tempo regalato ai facoltosi.

Arrancavano così,
sentendosi meno sicuri giorno dopo giorno,
regalandosi incertezze
Rispecchiandosi nelle ebbrezze.

Accollati cotillón

Non c'è fretta.
Notare le nubi rosa mentre l'alba dispiega le sue tinte,
fare capolino con la testa fuori dalla finestra.
Ricordarsi il miglioramento ed il margine di errore,
in ogni decisione presa che va accorciandosi.
I miglioramenti conseguiti, le vite scartate
le vie e gli obiettivi raggiunti,
gli amori disgiunti senza leggere
pagine di guide spiegazzate...
Uccellini cinguettare
felici per un nuovo giorno,
o semplicemente lì,
per vivere.

La vena di orrore che avrai adombrata in ogni alba di vita.

Distruttore di gioie gioiose.
Non mi andrai a contestare
l'annesso desiderio di ebbrezza?
Invero non saprai come comportarti,
al mio tardivo laurearmi,
piogge di stelle colorate
di melodia di kalimba
dorata.

Aspettativa ritrovata,
nel tuo verde prato
ad ogni risveglio,
al ripiglio,
riconsiderare l'onda della vita
che come vigorosa ci ha colpita,
rimane in vacui ed interrotti
di sopperire alla mancata nascita.

Esercizio vettoriale.
Stimolazione sensoriale.
Oggi successivo attimo ci definirà.
Non poteva mai raggomitolare
l'eccelsa crescita che levava.
Di sfianco superiore, il dio
Ritrovare con riflessi il perdivo
orrore.


Vanvere d'etica casuale

Le caverne di ghiaccio che abbandonammo per un sentito comune,
mossi da movimenti di piuma delicata che massivi riempivano il silenzio.
Come la luna che non indossa cravatte per apparire migliore,
come se un giorno avessero gettato una colata di colori in cielo.

E' vago nel contrappasso tra il cielo e la terra
una storia d'amore, una guerra
intralciata da sogni, speranze, ideali.
Come puoi accenderti senza il giusto fuoco?
Come puoi sperare di intentare di instaurare?
E i cumulonimbi che si gettano
dalle impalcature sovratterrestri,
degli occhi a fessura
non lasciano luce trapelare.
Ma neanche un milk-shake servito
a tutta maniera in questa milky-way.

Fa' che la profezia si avveri.
Un Isacco uguale a suo padre?
ed un sacrificio è prova di attrazione.
Facendo risuonare sentimenti e
la propria attenzione accolta

nei ventri severi di angeli
incautamente
appariscenti.



Paraphernalia.

Un uomo come un'isola, sorretto da quello che sembra.
Un circuito di speranze, una voglia di dipendenza
Ricercando la ricompensa, come potrebbe stare senza.

Un autunno precoce miete vittime infuocate,
come foglie fatte braci dagli arrossati raggi
di torpido invaghimento.. Malinconia.

Laconico. Di là prenderò una svolta, anch'io
Un giorno forse lontano in cui vorrò sentire
risa di bambini, ed io sentirmi chiamato
Padre.

Un tratto a vuoto

Si è perso nella bolgia.
Non c'è più un senso da seguire,
avvolto dalla fumera, coltre
argento consumata dal nienteche.

Sigarette offerte senza ritegno,
se hai un reddito ad abbondanza.
Tutti ridevano per la strada, senza contegno.
La festività finiva con tutta la sua creanza.

Marcando frasi di convenienza con parole mancate,
incrociando lettere per esprimere nonostante le parole mancanti,
riviene una macabra mancanza di 'Chi siamo, dove andiamo'.
Perché essere qui, in un momento casuale, strano talvolta sale.

Certo non mi sentivo fuori posto.
Tra le coppe piene,
mi chiedevo solo..
Quanto mi fossi adattato?
Fra tutti loro così diversi,
ed un posto che mi aveva trovato.
Ma allora mi chiedevo se non fosse
il posto che gli altri, avevano voluto per me.

Il cammino nel cielo sfitto

Camminare diritto per la via e divenire perfetto.

Perfetto con le tue pare,
perfetto con le tue paure
Perfetto nonostante tu non ti senta mai così,
perfetto in un istante che non finirebbe mai.

Perfetto come le tue pare,
perfetto come le tue paure,
perfetto camminare in una strada che non finisce mai
perfetto rischiando di incontrare ciò che ti può spaventare.

Pensavi di esserti adattato bene.
Ma forse è stato solo il minimo
Adesso incontri chi ha subissato luoghi
comuni, e dalla schiena ti sale il brivido.

Camminare, diritto, buttarsi..
Il cielo è sfitto.
Ancora camminare, e volare
non saranno azioni distinte.

Il pugile - un astratto nel concreto

Momenti interrotti.

...

Ripresi di vista.
Se ti muovi ti rompi
Ti sposti ancora,
e ancora,
e ancora
E ancora.
Liberando un corridoio,
librandomi oltre
dall'astratto, al concreto.

Ora astratto di nuovo.

Ma se guarda la propria immagine
riflessa davanti può essere rassicurante.
Se risplende ancora il sole e sei forte
e risplendi ancora, giovane diamante.

Hai tanto da dare,
e non ti puoi fermare.
Da preparare qualcosa
in maniera sbrigativa, oggi.

Se hai attutito il colpo
e la tua presa è ancora capace,
Se incolpavi il karma
mentre finivi dalla paella nella brace,
Se un'idea è ancora viva
nonostante il fottuto bernoccolo,
Se balzelli così, posizione da pugile
sempre in piedi, pronto a sferrare.

L'astrazione nel momento immacolato, dentro e fuori della mente.

Si tagliò i baffi perché non li meritava.
Di notte, senza accorgersene -
si svegliò già senza.
Dopo una notte di perdizioni,
donne nella sua mente
Aveva rovinato gli ultimi rapporti mancanti -
per niente.

Voleva staccare una parte di sé.

Scorrendo indietro nel suo tempo -
così fissava il soffitto -
vide egoismi, gelosie, mancanze
inquietanti.
Tremende equivocazioni,
furie immotivate e pericolose,
volere qualcosa che non si ha
Rimpiangersi addosso un momento mancato.

Uccise fantasmi,
protesse puttane
spacciò e mentì
ma nessuno tradì.
Quando era la parola data
questione più importante dell'oro.
Oro che in prigionè lo portò,
a passare trecento giorni infami per
rivalutare: chi era, chi fu,
chi poteva diventare.

Era tardi, per essere perdonato.
Non aveva di fronte una redenzione,
ma la possibilità di un altro lato:
vita tranquilla, felice, con moderazione.
Per quanto lo riguardava,
in quel momento, era una scelta X.

Era X perché non ci riusciva, a raccapezzarsi
d'essere stato tradito,
ancora una volta.
Le avrebbe dato l'anima, eppure.
Avrebbe rischiato la vita per lui.. Eppure??
Eppure liquidato con giri infami
di parole gravide di ritegno,
di paure - e già che era scomparso,
che non voleva rischiare,
o così gli era parso.
Non gli era venuto a parlare,
non si erano potuti vedere.
Pensieri racchiusi in un cassetto,
sorrisi scambiati di capofitto -
clandestini.
Pensò, dimenticò,
lasciò perdere chi non lo considerava.
Ma ogni volta era travolto,
al cuore una stangata, un colpo.

Sarebbe scomparso, per l'ennesima volta.
Troppo stupido imbastire una show -
ed in fondo lui andava per la quarantina,
era stanco.

Aveva lo stomaco rotto
che brontolava continuamente,
una strana pace ed il sangue in bocca,
la fauce che si morse, ancora ardente.

Tutto questo fu al risveglio suo.
Andava a prepararsi il caffè,
poi, come io, come tutti -
come te.

Andremmo, tra le vigne

Mi sono fatto male; mi sono rialzato.
Già; ho sputato sangue sul fango sotto ai miei piedi.
Abbiamo costruito capanne nelle foreste pluviali.
Trasportando carichi di speranza nella sollicitudine di migliorare.

Gocce pesanti cascano.
Schiacciano imperterrite
molecole di aria.
Varia
La consuetudine sempre
ripetitiva.
Torna. A riva.
Della tua anima.
Risplenderai sempre,
se rispecchiando le tue
veci.

Fammi ancora qualcosa, rispondo.
Sono nella gabbia, carico; immondo.
Mi puoi gettare addosso ciò che vuoi,
tanto che saprò sempre come risponderti poi.
Dopo giornate che sono delusione,
dopo sentimenti addosso come un camione,
rispetto a ciò che mi sarei potuto aspettare;
no.
Ma io sapevo che mi stavo allontando,
sapevo che diversamente non avrei potuto fare
Come te che ricordi quella persona, chiaro, sei sicuro
Ma ti assicuro che pure tu per buono prendi, che puoi fare
Ancora,
e prendi quelle parole
Che erano come pillole
setacciate in un campo di
gramo
sentore...
Prendi anche il mio,
ti livore
Mentre savio scorri
tra le vinte.
(tra le vigne)

Risvegli ed il prosaico.

Reciproche incomprensioni nel nostro passato,
ad altro condividere, uno l'avrebbero ammazzato.
Le donne perfette, quelle da desktop
un nanosecondo per essere dimenticati,
un momento di attenzione, per favore
Che ci ritroviamo alle falde di un sogno.
Voglio una vita impossibile
di quelle che non funzionano mai.
Fantasiosi piani ideati la notte con un bicchiere in più,
e mai portati a termine.
Vita breve, vita intensa.
OsservandoLa vediamo propensa
Il mio revisionismo personale
mi porta a svalutare il mio passato prossimo,
come a voler cogliere a piene mani
mondi che si racchiudono reciprocamente.

Dispiegate le ali nel fuoco ardente,
si levò.

Tuttigiorni. Fake requiem

Tutti i giorni.
Tutti i giorni alzarsi per andare a lavorare.
Tutti i giorni cambiare luogo e viaggiare.
Tutti i giorni intrattenere rapporti e parlare.

Tutti i giorni mettersi in discussione.
Tutti i giorni aggiungere un tassello nuovo.
Tutti i giorni bisogna morire.. Per ricominciare.

Tutti i giorni c'è chi butta sacchi di spazzatura.
Tutti i giorni chi in quei sacchi ci porta la sua roba.
Tutti i giorni la gente imbroglia. E detesta.
C'è chi torna a casa prima del tramonto.. E chi ci resta.

Tutti i giorni ricordare ciò che sei stato.
Tutti i giorni fare colazione.
Tutti i giorni godere del sapore di chi ha e non si muove.

Tutti i giorni voler spaccare.
Tutti i giorni un ritorno all'essenza fortuire.
Tutti i giorni di fronte all'istinto massimo e.
Tutti i giorni, come cercare di controllare...

Tutti i giorni è quello che ti sta convincendo.
Tutti i giorni come cercare di continuare.
Tutti i giorni conseguire il giorno migliore...

Tutti i giorni ingannare.
Chi c'è, chi ci sarà... Tutti i giorni inveire.
Tutti i giorni continuare, a sopprimere, e via.
Tutti i giorni incespicando e quando convinti, già stanchi.

Tutti i giorni sanguinare.
Tutti i giorni lo vorremo.
Ed alla fine tutti periremo


Rabbia?


Rabbia.
Come se si potesse ignorare,
come si potesse cambiare.
Come potessi variare la profezia
di ciò che hai predetto.

Insane predizioni
per le odiose illazioni.
Desiderio di rivalsa,
'vedrete chi sarò!'
Eppure.
Eppure rimani
con un nodo di gola pietrificato,
incerto di quanto potresti mai
decidere.

freccia

Svegliati a colpi di cannone,
dai spazio alla rivoluzione.
la notturna chiamata sta per arrivare
Tutti noi e gli scarponi alla guerra presenziare.
la vaga montagna inseguiremo,
ti prometto non sgarreremo.
un auto sfreccia veloce,
tra strade tra gioie
immani.

Se vuoi far sentire il tuo amore, provaci abbracciando una persona.

Sarò il
contenuto latente della tua mente
con me che ti appaio in bacheca
kafkiano trarre magneticamente.

Tra un istante di non sapere cosa fare
e di innocua perdizione,
Mi troverai tra le tue notizie
e ti piacerà ciò che vedrai.

Tanto che indicarlo vorrai,
o arrivare a compartire
un indizio di sentiti trascorsi,
mai scontato per l'individuo.

Un corteggiamento fallimentare,
o un'amicizia tanto per fare?
E' anche pacchiano a volte
ciò che ci circonda,
districhiamoci dunque
tra foreste di allegati,
di momenti dispiegati
in multimediali lati.

L'egoista

Arroccati in rigide posizioni non ci muoveremo di una virgola.
Non un millimetro di avvicinamento a impedire riappacificazioni.

Chiudersi nel caldo rassicurante di un vecchio album apprezzato,
ma se c'è una cosa che non mi contesto, è quando ho parlato
nonostante le distanze che separavano.
Quando l'orgoglio è parso cosa da imbranati,
come rimanere frustrati in un lasciato sospeso:
frasi tranciate prima di poter prendere forma,
Distese di pensieri disseminate di parole orfane.

Quando aspettiamo troppo,
potrebbe essere che l'avremo vinta
Potrebbe essere che il nostro cero, un dì,
venga acceso.
Ma a che pro?
Che senso ha fare pace con un'immagine.

La svolta

Rinsaccare nell'immenso oceano di possibilità.
Onde tra spiagge fumose tra edonismo o volontà.

La notte ghiacciata non lo coglie impreparato.
Nella giacca insaccato prende la via del bar.
Certe ore non sono raccomandabili; certi quartieri.
E vedi molto più in un ventaglio d'inquietudine improvvisa.

Le provviste finirono.
I soldati dovevano ritirarsi.
Corsero via, corsero sparsi
con una vita da rifarsi.

Le radici del male si perdono. Nel lamento della notte passavano il tempo.
C'è chi fuma, chi non beve; chi si danna l'anima?
Non ci stiamo preoccupando, le vecchie abitudini non si perdono
Un giorno di scoinvolgimento sovvertiremo il nostro vizio peggiore.

Le impronte lasciate sulla neve
la condensa nell'aria - 'per lei',
mentre confidi in un messaggero,
prendendo la via verso il cielo.

Una notte tranquilla - la salamandra

La salamandra  nera e verde
s'insinuò nel suo sogno,
dal fondale del suo letto.
Più sgusciante della maionese,
più vincente della house
nella discoteca.
Miscellanea di prudenze ed esperienza, puntuale
come un tocco di massaggiatore che sale.

Ora che sogna, sono curve immaginarie
lungo la sua schiena,
dentro il mondo è preso dalla scena
di storie da realtà ispirate,
in tutto questo la bestia profana spazi
e bussa alla porta
della sua attenzione, per trarne ispirazione
e vede, e guarda, e vuole - perché ciò che sente è di potere.

'Andandoti a porre sveglio - dice -
dal tuo sogno senza ritegno,
colmo di corpi e sangue,
che poco trascende e molto langue,
saprai indovinare il motivo,
la voglia, la spada o la missione
che mi legarono a questa ricerca,
senza tempo né ambizione,
a cui venni chiamato a presenziare?'

'Tu, animale' rispose 'così umido
da apparirmi in piena notte,
da volermi riempire con le tue
opportune larve, di consigli
e di ricerca, d'insoddisfazione;
ammiro l'occasione, che dico,
l'opportunità potrebbe riempirmi
di pregiata soddisfazione.
Ma dico, anfibio,
perché non lasci me ancora qui, bradipo
e ritorni quando la luce del sole
si fa più forte?'

Si salutarono, così -
il giorno seguente il sole splendeva cosciente,
così che la salamandra non tornò per niente.
Dimentico di quel sogno,
dormì tranquillo -
come non mai,
perdendo per sempre l'occasione
di passare mille guai.