Sentirsi tutto e niente, è sempre la stessa story.

Non mi sopporto più, e non è una novità. Eppure...

Tra le tante cose che ho capito, sembra sfuggirmi sempre qualcosa di fondamentale. Qualcosa su me stesso. Pretendo molto, da tutto. Me stesso in primis, e da qui le insoddisfazioni. Immagino che quando io non sia più tanto leggero, e mi crolli addosso tutto ciò che non mi piace, allora nascono questi momenti di solitaria tristezza. Non so quanto può dipendere dal grigiore del tempo, questo. Stamani non mi capivo. Credo che dipende anche dalle ore che passo da solo, scarso di contatti umani. Da un certo punto di vista mi va molto bene.

Desidero alcune cose comuni a tutti, per altri aspetti non mi curo affatto di certe altre..'fissazioni' altrui. Che poi mi sembrano stupide, e mi pare di essere arrogante presuntuoso, questo non mi piace, lo evito allora.
Mi chiedo forse dove sono quelli come me. Ma capisco quanto siano difficilmente reperibili e, soprattutto, individuabili, nascosti come tutti da una pseudo-maschera di buona creanza mista agli usi comuni e alle difese di cui si arma la nostra anima.
E bla bla, infine penso che siano tutti un po' come me. Perché li voglio tutti? Sono egoista, sono infantile? Certo, ma sento questo atteggiamento come proprio, e mi piace. E' difficile da spiegare..ma, del resto, se qualcuno volesse capirmi ci potrebbe pure provare..

Gente in gamba

Ci lasciamo spesso annacquare o irretire dai cosiddetti perditempo patentati.(che poi, s'avessero una patente per quello, sarebbero pure seri.) Le intenzioni non bastano(messo che siano state elevate dallo status di mero corredo) per divenire delle persone in gamba.

In verità, ce ne sono più qui intorno di quanto sembri.
Che siano stronzi, un po' ingenui, avvocati, nerd, netturbini..
Non è il vestito che conta. Sociale, o mentale. E' quello che dimostra e l'atteggiamento con cui si approccia alla vita,
e allora la persona in gamba mi ispira,
io, nella mia bambagia,
io, nella mia inettitudine,
Noi, nella nostra umanità
Inteso come la nostra comune appartenenza umana
che ci rende capaci e incapaci di provare mille 'umanità'.

Se siamo legati da questo, dovremmo muoverci tutti insieme per costituire una nuova forza,
un qualcosa che resterebbe solo nell'aria, mai ristretta nelle convenzioni sociali
Sempre presente come assoluta intenzione creativa, costruttiva, e ottimistica.

Allora vivremmo meglio

Modena. Appunti di viaggio

9/4/2009

Ebbene, mi trovo in treno e sto per partire. gente che corre, vedo fuori dal finestrino. Name taken la mia colonna sonora.
E' partito. I capelli si stanno asciugando, un raggio di sole ora illumina le mie parole. Sto cercando di lasciarmi andare, adesso va meglio.
Lasciare un'altra volta la citgtà...Mi farà bene.

16.04

La gente tende a incupirsi, quando sta da sola. Così, alcuni cercano una continua compagnia. Io cerco di stare tranquillo e 'leggero' - ma chissà s'è poi questo che percepiscono quelli intorno a me! Insomma, si avverte sempre una tensione palpabile quando si è in un posto di soli volti sconosciuti, è normale... Però mi pare anche un po' inutile. Vorrei sciogliere tutto questo, dovrei attaccare bottone alla prima occasione (o anche quella prima, la zeresima occasione) in modo d'evitare a tutti questa spiacevolezza, accendere il buon umore (per quanto sia possibile).
Così poi ti risultano tutti antipatici, per quanto tu possa ipotizzare un'alta benevolenza reciproca, e non si rischiano di incrociare in torvi sguardi lanciati di soppiatto.
In cui 90% immagini che quell'altro ti odia.
E poi eccoli, impegnati in mille gesti e cenni pseudo-quotidiani[...]
Se non si ha la possibilità di distrarsi, tanto meglio: attese infinite a scrutare i dintorni senza sapere precisamentedove posare lo sguardo, arrestati solamente da quello altrui che cogliamo generalmente con rinnovata veemenza.
Tutto questo senza un vero perché[...]

17.46

Parte due.
Ho appena sentito Elisa, ho cambiato treno, ora si va verso Bologna.
Ho parlato con una signora, alla stazione, che mi raccontava [osservando sfilze di jeans sulle gambe dei viaggiatori] di come sono cambiati i tempi, e le donne che una volta dovevano cambiare più e più volte calze rotte, ed erano costrette, praticamente sempre, ad indossare gonne (lunghe) e tacchi.
Oggi vince la comodità, è nato il genere casual.
Ma lo raccontava bonariamente, con quel tipico sorriso nostalgico che si dipinge sui volti degli uomini e delle donne che rammentano il passato. Da sempre.
E che una volta i riti che univano erano i più disparati, come la nascita dei pulcini.
Mi sono chiesto quali cambiamenti e novità dovrei affrontare tra trenta o quarant'anni. Ma sarà così differente per noi della generazione post-post rivoluzione industriale, e [succubi] dell'invasione tecnologica, in costante evoluzione?
Chissà. Forse ci sarà una rivoluzione ben poco mite anche per noi. O d'altra (pa)natura. Ho quasi paura, perché so che la razza umana è incontrollabile, e i popoli son tanti: lungi da loro fare la pace e basta.

Bule

[dalla rete]

La bulé o boulé dell'antica Grecia (dal greco βουλή che deriva dal verbo βούλομαι boulomai che significa volere) era l'assemblea in cui si svolgevano le consultazioni popolari delle poleis, in cui il popolo approvava le leggi (nomoi) ed eleggeva i magistrati.

L' Abulia è uno dei sintomi della depressione; impedisce di prendere decisioni in maniera autonoma, di imporre i propri desideri, di intraprendere qualsiasi iniziativa e di compiere un'azione pur sapendo che è necessaria[1]; infatti l'etimologia della parola è greca e significa "senza volontà" (richiamando il concetto di pigrizia). In origine, però, il termine greco abulia significava irriflessione, stupidità.

Bule (or Bulé) pronounced [Blay] (or [Boo-lay]) is a commonly used word in Indonesia to describe a white person or person of European descent. It is also used for calling light-colored persons. Even though several dictionaries point out the definition as albino, most native Indonesians do not consider the term as derogatory.

Velleitario

Ritratto di un giovane con troppi progetti e poca concentrazione.

Essi marciavano convinti, ed io rimanevo indietro.
Con i loro sogni, le loro aspirazioni,
le loro strade apparentemente già spianate.
Ma se le stavano preparando loro,
con le loro mani.
Io forse non capivo, o capivo troppo bene.
Sono un bel velleitario.
Capace d'immaginare talmente bene sogni e ambizioni, [materializzati in astratto]
da rimanere con un pugno di mosche in mano.               [smaterializzati in concreto]
Mentre gli altri cominciavano a pensarci, io cazzeggiavo.
Quando invece presero a indirizzarsi, io meditai.             [mi persi in questa meditazione..]
Arrivavo sempre in ritardo: anche con le passioni.
Essendo incapace di prendere delle decisioni vere, poi,
ne presi alcune affrettate, quando ormai il tempo mancava,
quando ormai bisognava prenderle.
E in ritardo.                         [comunque in ritardo.]
Naturalmente, il risultato fu catastrofico,
o qualcosa del genere.
Cominciai a ritrattarle, a prendere altre decisioni
Eppure sembrava tutto già così in partenza,
e io con la stupida valigia che corro.
Perché devo vivere con questa sensazione addosso?
Non posso mettermi a camminare tranquillamente,
lungo freschi sentieri itinerari,
Affrontando con serenità questo percorso?

Il signor Giampaolo Giuliani.

Ebbene, qualora non lo sapeste,
'[..]nel giorno del terremoto che ha duramente colpito l’Abruzzo ed e’ stato sentito in tutto il Centro Italia. Il fisico che ha inventato un sistema per prevedere i terremoti, settimana scorsa era stato denunciato per provocato allarme. Oggi e’ stato raggiunto dai giornalisti.'
In poche parole, grazie alla rilevazione delle fuoriuscite anomale dal sottosuolo del gas radon, quest'uomo avrebbe inventato un macchinario per prevedere i terremoti.
Quando i sensori dellla macchina sono impazziti, e ha messo in allarme le forze dell'ordine, pensate un po'?queste lo hanno intimidito, dicendo letteralmente che lo avrebbero denunciato.

By the way, le ricerche di questo sistema di misurazione del radon per la previsione dei terremoti sarebbero già cominciate nella seconda metà degli anni sessanta(66 in Russia se non erro), eppure pare non siano state doverosamente cag..calcolate, ragion per cui, forse, Giuliani non ha ricevuto i finanziamenti promessi (ha speso soldi di tasca sua per costruire una macchina che potrebbe mettere in guardia di fronte a catastrofi naturali, pensate che cattivo) ed è stato oltretutto deriso.

La ciliegina sulla torta, in tutto questo, è che a quanto pare, successivamente al sisma, un uomo sia passato a trovare il suddetto ricercatore per minacciarlo a morte.

Perché?perché non li aveva avvertiti..
Che sensi di colpa si trova ad affrontare adesso, lo potete immaginare?

E' per questo che lascio una parola scritta qui per lui: solidarietà. Ho cercato su internet un contatto, in mancanza d'altro vedo di rendere onore, sul mio umile blog, a un uomo che è una triste rivistazione moderna di un 'al lupo' traviato.

Lo scambio.

E' più facile temere
tenere le distanze
isolare
E' più facile giudicare
offendere
criticare
E' più facile pretendere
Volere in cambio
catturare
E' meno facile proporre
offrire
liberare

E' più facile chiedere
meno facile rispondere?
Nessuna delle due,
ma vince lo scambio.

"E' capitato di nuovo"

Io credo molto in queste interessanti casualità,
momenti in cui capita una determinata cosa
che si ricollega con un'altra, e perfettamente in quell'istante
ti succede qualcosa che non sembra "casuale".
E amo il succedersi di questi momenti,
in una determinata giornata.
Mi piace pensare che sto prendendo la direzione giusta,
almeno per il momento, sono sulle rotaie
Sto andando forte, sto seguendo il giusto
[che sia istinto, magia, o una cavolata
ditelo voi.]

La storia di mille di questi

La storia di mille di questi, tutti legati dallo stesso bisogno di andar via.
E così scopro che sono gli stessi gruppi che ascolto, le stesso idee,
lo stesso percorso più o meno intrapreso ma più compiuto rispetto a me.
Non è una novità, l'inadeguatezza, dei desideri apparentemente irrealizzabili,
una sorta di pacata frustrazione a cui ci siamo abituati.
Non siamo i primi noi, non erano i primi loro.
Allora da un certo punto di vista sei rincuorato, perché sai che è come inevitabile,
anzi no, giusto, anzi, cosa dico
più che altro è una scelta fantastica che si deve essere disposti a intraprendere.
E' come realizzare anche una parte di sogni che qualcun altro abbandonerà..
Adesso, rischio di scadere nell'esagerazione, lo so. Eppure è così
non siamo altro che agenti di borsa che investono su loro stessi.
Cercare di realizzarsi, E', realizzarsi...

Eddai, sì. Questo è anche per voi,
ignaro del vostro reale esistere,
volgerò un vero saluto alla mia partenza
perché il viaggio è innanzitutto esperienza.

Devi andare. Ti rendi conto di tutte quelle cose che anche i più bambocci
che litigano coi genitori
che scapperebbero e poi non lo fanno
perché non ne hanno la possibilità.

Non hai nulla che ti manchi, qui.
va tutto bene, tutto sommato.
Ti può bastare, ma non ti basta.
Non puoi esserne contento

Do-menica

1.

Pur essendo già tardi,
Era come se la sera
mi stesse aspettando,
io, lì
immobile davanti alla finestra
e mi abbottono la camicia,
e sono quasi pronto.
Non so che ora è,
ma non è mai tardi.
Mai troppo tardi, dicono,
per uscir(n)e.

2.

parlavo di cose che non conoscevo,
ne parlavo, non tacevo.
Le quattro e venti
era perfetto per uscire,
Io so che uscirà anche il sole,
dopo
Per ora, cerco una penna,
e viene fuori un accendino
esco, e prendo quelle cose,
e poi...

Take your time

Come quando
aprivi la confezione
di un nuovo gioco di carte
Togliendo la plastica
smanioso,
che senti l'odore forte del nuovo,
della scatola dei balocchi.
Minuti preziosi passati
a impietosire l'adulto,
perché convincere mamma o papà
era l'unico modo d'avere
nelle grinfie quel tesoro.

Ho lo stesso sorriso stampato sul viso.

Ora capisco la grandezza
di quel gioco di bambino.
Che oggi i giochi e le mode
ci appaiono tutti uguali,
scoloriti,
agli occhi prosciugati
di una vita bianca, nera, grigia.

-

Fascio di una tentazione,
scavare nelle tasche
afferrare, graffiare
minuziosamente,
goffamente,
scrutare i paraggi ora angusti.
Trafficare, è la parola adatta
la proibizione, in base alle esigenze
Quelle reali, quelle mentali.

-

Che frastuono
il rumore delle voci che
si sovrastano,
e si voglion sovrastare
continuamente.
Ho bisogno della mia dose quotidiana di silenzio
per fronteggiare tutto questo.
Cadi, pioggia.
scorri libera
nessuno ti sovrasta e
non ti potrà sovrastare,
con il tuo splendido
rumore rosa.

-

Perché mi trovo qui?
mi son chiesto,
appena uscito.
Per vedere,
è la risposta che ho trovato.

-

E' incantevole tutto ciò
di cui ci rendiamo conto...
E' impossibile pensare
di non vedere tante cose belle...

-

che bello è il ricordo
di una mano da abbracciare
saldamente, fortemente
è lontano ormai
chissà perché sarebbe
così difficile
vivere cose stupide
in due...

-

Perché sentirsi sempre tanto osservato?
Tu sei nella tua, io sono nella mia(vita).

Genesi

Ebbene sì, ecco qua.
15.26, domenica. sono stato capace di creare un blog.
Naturalmente, il titolo è provocatorio..ma neppure tanto. Non ho voglia di spiegarlo adesso.
Ebbene sì, sono stato capace di spezzare un piatto per la rabbia. Con la forchetta.
Sono capace pure di questo.(non ne sono contento.) Già che siamo qui, facciamo le cose per bene, e sputtaniamoci a dovere, altrimenti il blog che ci starebbe a fare?
Ho già in mente cosa farò, questo pomeriggio. Devo cominciare a concretizzare le cose che ho in testa, ci sarà pur un momento giusto che sprechiamo continuamente.
Forse per queste seghe mentali.. Forse.
In ogni caso, è stato così tanto nella mia mente e nelle cose mentali, nei piani, nell'incertezza e indecisione,
che aveva già preso vita da solo prima d'esistere, questo luogo.

Allora andiamo, in pasto ai pescecani. Hasta la vista