rabbia, motore di reattività.
Adolescenza, è finita da un pezzo.
Ma l'aspetto? Ma.. L'aspetto?
Rediviva motricità, rabboniscimi,
raddolcisci sentimenti tumultuosi
nello spazio di un urlo,
spazza un altro istante nel sorso di caffè,
immagina emozioni già finite la canzone,
artisti, siamo dentro la percezione
Sembra sempre che sia infinito, il tempo tuo.
Invece è un'onda che si ritrae sulla spiaggia,
una volta raggiunto l'apice
Ed è sufficiente voltarsi per un attimo,
che non te ne sei nemmeno reso conto:
ti ha raggiunto a riva.

Vi voglio bene, fottiti.

Vi voglio bene,
tu che mi rispondi fin quando vuoi,
fottiti.
Vi voglio bene,
voi che mandate a puttane il vostro essere,
fottetevi.
Vi voglio bene,
tu che vorresti ma non puoi,
fottiti.
Vi voglio bene,
voi che idolatrate chi non conoscete,
fottetevi.
Vi voglio bene,
ciò che non conoscerai mai,
fottiti.
Vi voglio bene,
l'altra ispirazione è motivo di indignazione,
poi sei passivo e non manifesti intenzione
Stronzo riprenditi, non è questa la direzione
spegni il telefilm e ritrova l'ignizione

Fottiti.

Coloro che seguono di nascosto

Hai sempre un occhio di riguardo,
per coloro che seguono di nascosto.
Coloro, che affollano pensiero
quest'ora, dedicata al vissuto.

Veramente ricordi
ciò che siamo stati?
Versa meglio i ricordi,
andiamo nell'anticamera degli stati.
Sassatoia scapestrata,
non fuggirai mica in Anatolia?
Antidoto anti-lontana,
tu che fuggi dal mio pensiero
Anzi, do ti lati attigui
che risvolgono il proprio compito.
Dopo vacanze distratte,
trascurati,
risorgeranno nelle menti
delle persone più distanti.

Ed è tale il mio riguardo,
per coloro che seguono di nascosto,
che seguo il flusso-non mi sposto.
E' vissuto il nostro tempo.

Spartiacque

Oggi l'ho scritto. Ma alle parole devono seguire fatti, pur con tutta la migliore convinzione del mondo. Come variare comportamenti reiterati? Coscienza, consapevolezza. Puntini sulle i delle proprie azioni. Fermarsi, scartare, evitare un errore dopo l'altro. Invece la conseguenza feroce sono errori, uno dopo l'altro.
Il primo sbaglio è ingenuo, sbarazzino.
Anche il secondo si può considerare trascurabile.
Poi il terzo, il quarto, il ventatrentantasei..
Eccoci circondati da quel manto che ingloba.
Riprendere la visione corrente, corretta, coperta trasparente.

Oggi, lo spartiacque. Ennesime decisioni sbagliate. Prendiamo decisioni, continuamente. Siamo, conseguenze. Di queste decisioni..
Questa farlocca convinzione di poter avere il controllo del tempo. E' una cosa al di fuori dalla nostra portata. Noi abbiamo, dovremmo avere, il controllo delle azioni. Comportamenti prevedono decisioni. Il trip del cambia tutto e la vita nuova progressivamente arriva al capolinea. Puoi sentire gli echi degli anni passati: adesso basta, è ora di cambiare ancora altri pezzetti della giornata. E dopo, avverrà.

Disgrazia.

Siamo grati di esserti stati di servizio.
Non volevamo incastrarti,
non volevamo privarti di una tua volontà.
Non volevamo impelagarti,
coinvolgerti così in una nuova vita.
Non volevamo impedirti,
di scegliere, di soffermare.
Non volevamo impregnarti
di ceneri, passati incessare.
Non volevamo spaventarti,
con queste parole, con queste.

Queste sommano istanti,
queste sono già archibugio.
Piange l'infante mogio,
fante si muove su pianta del piede,
passo s'infrange sul prossimo solco.
Distolgo.
Lo sguardo da antiche remore.
Le membra passate da paure.
L'animo saturo di schedule.
Il corpo disfatto dalle incurie.

Adesso, quando avanzo,
posso ignorare il fardello sulla spalla,
il nuovo che avanza,
lo stolto pensiero che muto incespica,
e parole, parole,
gettate come sempre
dai finestrini che cicche
non vi si possono fumare.

Ponte

idee perse per strada
e tramonti
e tradimenti di amici
si ride, si scherza
si ondeggiano capelli al vento
Venti invariabili.
Poi altri tramonti, lune, estati
persone non si vedono più
persone che si vedono ancora
Ancora giovani, per sempre giovani
siamo e saremo
non saremo mai
siamo sempre.
Speranza,
miriadi di sperati
E prole,
accalori
di tepore
inventato.
Malato,
il vanto di venti
che spirano salienti
istanti calienti
rasenti
aspirazione castata.
Capelli diversi,
la vita non cambia
Viaggi,
la vita non cambia,
la vita ci cambia,
ricambio generazionale
stermina esistenze.
Come possiamo resistere
all'esistere altrui che risistema
possente estero personale
alquanto?
Disastro rasente
ne risente.
Rispengo la voglia
che stenta valiente.

Le parole fanno schifo

Le parole fanno schifo.
Esordiente di una nuova razza,
sproloqui virtuali fanno stazza
e acutamente languiamo, desideriamo
voluttuosi un rincaro
che non arriverà.

Lasciami i miei sproloqui,
io amo questo cianciare,
lasciami la mia sintesi
in questo mio farneticare.

Poi ogni tanto ricordi lei,
poi ogni tanto dimentichi lei
Poi ogni tanto sei tu, e non lei.

Vado a capire me stesso,
vado a confessare me stesso,
vado a ripromettermi di non fare
tanti discorsi pseudo-profondi
E voglio essere stronzata.

Sì, voglio essere stronzata
perché le parole fanno schifo.
Voglio andare a creare
dimenticando, perché così muoio.
Fine ultimo del capolavoro,
Vivo anche se poi muoio.

Non c'è più la vecchia maniera, ma puoi solo creare una nuova maniera

ma si fanno ancora i Blog vecchia maniera? Cioè tipo diari, dico. Io sono finito a scrivere solo per conto mio, è impressionante pensare che questo spazio avesse avuto tanta importanza in alcuni periodi della mia vita. Ma più per una questione espressiva essenziale, che per egocentrismo. Se sono qui è per dire qualcosa, ora. Bisogna cominciare a fare uscire le cose, se si ha quel desiderio da trasmettere. Io lo capisco e sono in procinto di terminare una fase della vita. E' essenziale lasciare un sacco di cose alle spalle. Non sono mai stato troppo attaccato agli oggetti. Ma è di caratteristiche personali che parlo, robe che ci tiriamo dietro, e siamo abituati talmente a trascinarsele, automatismi, che manco ci sogniamo di liberarcene. Oh no. Non è possibile anche se ti rendi conto che sono dannose.

L'unico modo è appesantirci con altri carichi.

Carichi che sovrastino in importanza il peso di quelli che vorremmo lasciare giù.

In modo da non pensarci più.

Erano ovunque

Erano ovunque. Usavano delle strane macchine ed avevano una visione limitata. Alcuni dei capi usavano dare loro consigli, direttive, ed essi amavano seguirli ciecamente. Certo, di tanto in tanto c'era qualche rivolta, o qualcuno si lamentava. Me era indubbio che, tacitamente, tutti amassero essere controllati. Quelli che uscivano dagli schemi imposti dall'ordine venivano ripudiati, emarginati. Alcuni dei disadattati riuscivano ad elevarsi, ma in questa maniera creavano una sorta di adattamento nel disadattamento.

Ogni anno il progresso tecnologico seguiva di pari passo l'impoverimento culturale, e la stessa arte ridefiniva i propri concetti diventando un passatempo comune ai tanti.

Essi erano gli esseri umani.

Solitari

I miei solitari fratelli
in un cantuccio accanto al fuoco
vedono anche loro frammenti
discostandosene un poco.

tutti sti cazzo di problemi
andiamo a fare gli scemi
danzando attorno al reality
che trasforma il credo in "tu credi?"

I miei solitari fratelli
sentono compagni come gemelli
dagli imbelli trascinati dagli obietti
facenti volontà abbietti.

la morta non è caduca
è divinamente presente
nella veste madida
dell'incanto onnipotente.

Connivenza

Fammi sentire questa connivenza,
freghiamo il tempo e la convenzione,
coloriamoci la prossima esperienza.
Chissà com'è provare la convivenza,
abiti caduchi privi di convinzione
aggiratisi nella nostra residenza.

Fammi sentire questa connivenza,
guardiamo le persone e sorridiamo
per poi prenderli per il culo,
quando non sentono, condividiamo
della complicità questo volo
ed il dono dell'amare come speranza.

Fammi sentire questa connivenza,
leggimi come ti leggo anch'io,
fa che altresì si tratti di un'evenienza.
Perché io non escludo nulla,
da quando c'è internet tutto si trova
non si rimane senza, con meno valenza.

Fammi sentire questa connivenza,
perché al di là dei mantra, delle parole,
il bello è guardarsi e non pensare alla prole
ma al flusso condiviso dell'interiore
che sfocia in narciso condiviso
ed interessa spesso la nostra indolenza.