La speranza di tacere

Se è terminata la musica, io divento loco.
Non abbiamo tempo da aspettare,
non abbiamo che silenzi da riempire.
Silenzi nelle goccie che scorrono
da soffrire bisogni quotidiani di essenza.
Ascolti rock, ascolti jazz, ascolti classica -
ascolti gli altri? a me pare, poi rivengo.
E' così difficile stare negli altri..
Oggi ho scoperto di essere distante.
Non è vero, ero solo nel sottofondo
Qualcosa, qualcosa di inesorabile,
sta andando storto in questo mondo.
Ed ogni tanto mi rendo conto
che è la pillola fottuta che ci propinano ogni giorno.
Ti svegli, ti alzi, fai il tuo dovere
poi leggi che il paese è nella merda
e ti stai a rodere. Ròdere, ho detto.
Andiamo, cerchiamo assicurazioni,
cerchiamo il davvero, le essenze,
cerchiamo di stare tranquilli
in un quotidiano che ti logora.
Ti amo, difficoltà;
mi poni di fronte all'esistenza.
E tu, quando in fondo vuoi star comodo,
comodo non senti la necessità di uscire?
Perché uscire da casa, uscire dagli schemi,
esci da te stesso, esci dalle convinzioni,
esci dai giudizi, esci dalle premonizioni
che ogni giorno ti tiri su per vivere.
Per vivere e per sperare,
per sorridere ma inventare
ed illudere te stesso
per un mondo migliore.
No, non voglio dire che dovresti lasciare,
dico solo che c'è altro da inventare.
Ed il perno solido su cui già si basa
la casa col bolide in inverno
che rappresenta un'arroganza.
La famiglia del professore
che tanto sfida la creanza.
La creanza contro il dottore
della droga, che sempre vince
in un mondo basato sul soldo el compratore.
Andiamo, ancora,
vi dico.
Meglio che taccio che
così vi rimango amico.