non avere abbastanza confidenza per fare gli auguri su Facebook.

non avere abbastanza confidenza per fare gli auguri su Facebook.
Perché nonostante tutto, i rumori di oggetti trascinati alle ore tarde, gli altri in salone, la rete informatica - non siamo mai soli.
Guarderò l'ennesimo artista che devi sentire, video su youtube, pubblicità essenziale, tagli di capelli interessanti, le playlist umorali - rimaniamo sempre in superfice.
Qualcosa stride nella musica. Cambiare. Mi sono spaventato. Raschio la superfice. Del mouse incorporato nel laptop.
Adesso ho capito.. C'ero dentro, per quello mi ha spaventato.
C'è un'esagerazione nella percezione sopportabile, dovremmo attutire tutto..
Non può passare ogni informazione alla mente.

Quali capelli rimasti sul cuscino,
attutiscono il desiderio mattutino.
Spargere indubbie confessioni,
dirompenti aure da lesioni
indifese acostumbrate
ai momenti, destinate.

Via (la gran)

Il suono del cambiamento.
Americano, country,
strade polverose.
L'idea del cambiamento.
Non posso che pensare a loro,
che cosa lascio e cosa trovo.
Additerò me stesso per la velocità,
cercherò ricchezza nella riflessività.
"Salva un po' di faccia,
sai ne hai solo una."
Sorriderò verso un riflesso,
forse solo a frangenti.
Crescere è un poco morire?
O è un poco rivivere ogni volta.

La notte.
Altri elementi, schemi infranti
piegati umani nella via,
tra adescatori sempre presenti.
Quando trovi pace, gozzoviglia?
Abbiamo una bussola che non funziona,
vere strade da seguire con gps nel petto.
Chi ha provato a squarciarsi,
chi a venderlo e s'è perso-
l'unica cosa è continuare.

Perché anche senza fari,
la strada non scompare.

La volta de lo que non ti saresti aspettato. Il tempo come foglie d'autunno che non puoi prevederne il distacco

Anche oggi sono state maltrattate persone.

E' continuare ad allontanare,
non puoi essere accondiscendente,
ma nemmeno così sgarbato
va bene.

Mi sono ritrovato ridosso
all'ennesima situazione,
persone che non posso gestire,
adornarmi di irritazione.

Perché io penso male,
perché credo di conoscere le persone,
io prevedo la situazione
e nonostante ci rimango.

Male-

male perché voglio abbandonare,
persone a cui ti affezioni,
ma la facilità nel voltare pagina
è una caratteristica ch'ho acquisito.

Il tempo stuprato ignobilmente:
una volontà involontaria,
un'ingiustizia perpetrata da noi stessi,
un'assenza di scelta.

Mogio e quatto

centinaia di amici virtuali,
ma dove sta l'interlocutore ideale?
Infine ti rassegni alla carta, carta reale, carta virtuale..
Non è così che doveva andare.
Non tutti alla ricerca di stupida approvazione..
Dove sei andato a parare?
Chi più, chi meno. Attaccato al suo mondo, timoroso di uscire, scoprirsi.. Ma perché?
Dove siamo a dimenticare che la nostra socialità è tutto quello che ci divide da ciò che potrebbe sperimentare, di diverso, un gatto?
Chi diavolo - che diavolo di animale si rompe le scatole se un altro non si ricorda il giorno in cui è nato?
E' tardi, le porte si dovrebbero accompagnare, non sbattere..
Domani è un altro giorno che riserba le proprie novità.
Scoperte, emozioni - verità?
Intentiamo un approccio.
La mia speranza è sempre una risposta degna, non dovuta...
E adesso sono a secco, di nuovo.
Di nuovo, come al principio - dove sono finito?
Come mi sono mosso per indugiare in una situazione del genere?

-io lo so, e mogio e quatto,
inserito in un cunicolo
che da solo vado creato,
- ... Rivengo.

un incipit perfetto, dimenticato.

Era qualcosa sullo 'scriverei ultimamente mi capita di pensare, ma è una questione che conservo dentro da diverso tempo'.
Facciamo le cose con ordine.
Da tempo immemore, la lettera è un ottimo mezzo di espressività letteraria, pertanto me ne avvarrò.
Ricordando di come ho scritto, talvolta, indirizzato a persone che stavano lontane,
o io, stavo lontano...
Ma quelle cose sono rimaste per me.
Il senso era rivolger loro il pensiero
Ed ora, tornando a noi. Penso tu possa immaginare come quella sensazione della fine, nella vita di un essere umano, addolcisca.
Ecco, ora, in misura minore credo che accade anche quando sei malato.
O almeno a me.. Divento emotivamente più friabile, sento che in larga parte non ha senso avercela con nessuno e così amo un po' più tutti.. Penso alla mia scarsa tolleranza, impazzisco, ci rido su, canto, e poi..
Le riflessioni.

Socialità versus Solitudine.

Chi è che stacca davvero i contatti? E per quanto? Sento che la mia vita è squilibrata.
Apprezzo i momenti di cavoli miei, ma non sono mai abbastanza.
Eppure continuo ad uscire, socializzare. Mi interessa la gente. Che bel problema. Non mi dire che tu invece la gente praticamente non la sopporti, lo so, lo so.
E' che se questo prende spazio a me..
Dov'è il vero me?
Quanto è trasformato in un me adattato alla società?
Questo vorrei capire.
E poi perché trovarmi un po' di tempo per leggere un fottuto libro sia diventato così difficile.
Occasioni, rinunce.. Ne ho già le tasche piene di queste parole, da quando i miei piani epici si sono scontrati con l'indolenza nella realtà. Inutile girarci intorno. Ma preferirei coltivare la mia anima, leggere di più.
Allora sono succube?
Cos'è gettarsi in ogni nuova serata, una possibilità? E se incatenasse?
Ah, tra l'altro vorrei sapere se tu sia uno di quei tre che parrebbero leggere ad ogni nuovo aggiornamento questo blog.
Perché magari mi sto rivolgendo proprio a te.
Aiutami? Naaah. Stupide richieste di aiuto: la questione che mi pongo è così semplice.
no, ecco, lo so. Mi cristallizzo. Si pensa al futuro. Oh, che casino immane è diventata questa lettera.. Come al solito. E poi perché mi è così difficile continuare un'attività intrapresa?
E' straziante perdere così velocemente l'interesse nelle cose.
Certo, sarà per quello che ci gettiamo all'avventura? Quando si introducono una serie di variabili nuove, la situazione ha quel di stimolante - l'imprevedibilità, eccettera.
Chiarissimo anche questo dalla notte dei tempi.
Quindi ciò che dovremmo combattere è soltanto la nostra iperattività?
Dimmelo tu, io adesso sto male e provo a dormire.

Contatti - Ritocchi di nostalgia.

Stati d'animo liquidi che cambiano in un soffio.

Conversazioni che si susseguono,
risposte predefinite o meno,
aspettative bruciate,
persone desiderate,
persone perseguitate,
quando ogni segnale ricorda,
quando ogni persona si sogna.
Uno specchio?
Una vibrazione.

Contatti,
assoluti
smacchi
insoluti
ritocchi di nostalgia.

Il fastidio.

Domande indicizzate,
richieste ossessive di attenzione,
una ricerca che non finisce mai...
Chi siamo?
è la domanda che ci poniamo
mentre alcune porte non riescono a chiudersi,
talune sbattono rumorosamente.
Sono i tarli della giornata,
sono le questioni in sospeso,
amarli come..Come..
come in un un dimentico del fastidio associato ad alcune sensazioni ed immergerle nella pintura di total-percezione, non sapremmo come gestire altro che noi stessi in un gioco letale di socialità dov'è facile arrancare.

Ho descritto una situazione, mia

Scrivere qualcosa per non dimenticare.
Ed è proprio il comincio che arranca,
l'inizio che cambia,
la voce si stanca.
Un fremito nel fiume di parole,
un ostacolo lo ha impegnato,
si è fermato e la prole
non si diffonde ora,
vado a tastoni ancora,
è che lo sfogo ci vuole.

Volevo raccontare qualcosa,
ma non ho raccontato niente.
Come quando chiedi una cosa
e la sola risposta è vuoto silente.

Davanti ad alberi

Timbro corrispondente
molto caratteristico
le frasi dicevi parlavi
e spiegando sorridevi
Hai convinto la platea.

Se vieni un po' oltre
al freddo ci si scalda
e la tua voce mi ammalia
Nel buio, caduchi
come sogni al sole ad asciugare.

Non ricordarmi cos'avevo da dirti veramente ed il cielo

L'importanza che ascolti la musica giusta.
In un paese diverso la musica tua acquista importanza.
La mente già rimembra una canzone prima che essa appaia
Le emozioni scatenano se s'inceppa..
Note e le parole che si mischerano a quella giornata
e cercavi ad ogni costo di dirmi..
Il tempo incuriosisce ogni periodo che vivo.
Non saprei, se si è spenta la poesia..
Ce l'hai sempre addosso,
sarà a guardarti,
Ma non ti crolla,
stai tranquillo.
Prenditi quell'attimo di respiro per guardarlo:
il cielo in una boccata d'aria di descanso per scaraventare via quelle pareti grigie sempre impietosite.
Sono i luoghi dove viviamo
avrei voluto colorarli.

Ogni tanto dimentichiamo l'importanza dell'inutile.
Ma è così utile colorare vari spazi fissi delle nostre giornate.
Ma perché ci ostiniamo a guardare altrove / ignorare?
O solo non abbiamo capito

O solo non abbiamo capito.