Riscattato

Quando hai perso le chiavi di casa
e la casa non è nemmeno la tua
sei nella neve, nella notte
di ritorno stanco da un viaggio.

Ci sarà qualcuno che risponderà?

Devi cavartela da solo,
un'evoluzione ancora in corso
un'operazione da chirurgo
spero tanto diventi bello.
Poi mi chiedo se ho già perso,
se sto narrando da drammaturgo:
ma poco importa, cazzomene,
chissenefrega, dai raga tutto rego.

Quando smettono di parlarti,
fugando veloci anche uno sguardo
Non ci sono sconti, da nessuna parte
cominciano a tesserti la tela fantasma.

Quanto a lungo la indosserai?

C'è quel bisogno di riprenderti,
bussa alla porta continuamente:
non lo puoi ignorare, non confonderti
non puoi confonderti tra la gente
Gli spazi che riempi con la tua assenza,
l'essenza che scivoli chiusa nella stanza
Ricorda che il mondo non sa, non sa mai
ma non sia mai che il mondo di ricordi
che crei divenga realtà.

la distanza.

la distanza.
Eccoti qui, palpabile tramite i miei polpastrelli.
Spedisco pacchetti nell'etere,
illuminato dalle immagini che non finiscono.
Ti immagini, se tutto finisse?
Ma non finirà, non finirà mai.

riprendo le distanze.
Perché siamo vicini come non mai,
quest'epoca fatta di contraddizioni
Spero tanto sia una delle mie fissazioni,
macchine che fingono molto meglio di noi
La distruzione illuminata che ci salverà da noi stessi.

Perché voglio sempre di più,
di giorno in giorno,
un po' come tutti noi
E abbiamo sempre di meno,
di ora in ora
E davvero spero di aver imparato una lezione.
Anche io sarò distante.
Questi spazi allibiscono,
la mela è a portata di mano
ma peccato, meglio lo snack
Volere tutto subito è una malattia,
offrire tutto troppo allontana
e la generosità, forse, ti porterà alla rovina
Ma almeno.. Avrai liberato la cantina.

eccovi: siete voi.
Siete voi che siete le ombre, della mia vita
è semplicemente di riflesso che ognuno di noi vive
Ma quante fatiche sperperate, per quei seguaci
quanti animi incapaci di far altro
L'eterno oscillare del pendolo tra la noia e una storia
che scade come un alimento rancido, dura poco.

Sono certo che possiamo trovare del romanticismo anche in tutto questo,
nell'impalpabile e infinito rincorrersi,
tra lo stimolo superficiale,
un sorriso generato dal caso
Una storia distratta che guardo-
che poi non c'è tempo per vedersi,
goderne, stare bene insieme.

C'è sempre spazio per distrarci,
dimenticare,
staccarci ancora.

Già, sì.

Già, sì.
E' il tuo nome che risuona
nella mente.
Mentre spengo il cellulare,
che mi sento un deficiente
Mi fai tornare bambino,
un bambino egoista
Se io sono infinito,
e il tempo non esiste
perché richiamare
il futuro in causa?
Non ti ho mai chiamato.
Non abbiamo mai preso una pizza.
Non siamo andati in un castello.
E che altro?
Non è successo niente tra noi,
non è vero, sì invece!
che è vero in un altro mondo,
"Io ti ho dato il mondo", si dice
Io ti ho dato un mondo, il mio
E te l'ho gettato addosso come
getto adesso parole senza inchiostro,
ma piaceva, non c'era violenza
E adesso questo mondo si riversa su di me,
con violenza.
Troppe emozioni suscitano queste situazioni.
Io te lo avevo detto,
prendo tutto vado diretto,
io te l'avevo detto,
credo di essere schietto
se voglio bene ammetto
Non uscivo con te per diletto
..e adesso..

Già, sì.
E' quel che sei, non mi appartiene
voglio comprendere, ma non mi viene
non so se sono egoista.
Il tempo: catapultatomi nel tempo,
improbabile, per mia convinzione
in cui tornasti da me con braccia conserte,
quelle gioie future nei prati della primavera
Lo fisso sconvolgente.
Riaccesi dopo i vagabondaggi degli inverni,
gatti sfatti tra le sponde gioconde,
ciò eravamo noi,
buffi o sbuffi,

io non me ne posso capacitare.

Eh, già.
Quando tutto va,
non c'è mai un motivo
interromperemo la corrente
e io lo so,
se voglio bene non scompare
Ma lasciami lacerare,
tra le insicurezze c'è da morire,
ciò che è troppo bello per essere vero
non è oro non è luccica è lì attorno
non lo vedi che ne è adorno il mondo
La normalità.
Sì, già.

Ora vorrei fare le cose giuste.

Ora vorrei fare le cose giuste.
Tipo prendere del tempo a manciate,
spalmarlo sulle fette come le marmellate
pubblicare un po' della mia essenza,
assenza di anima non piace a nessuno,
ritrovare qualcuno prendendo un tram insieme
esplorare i palazzi che contengono i ricordi
fare esplodere con la miccia un trauma
finché non lo raggiungi, non demordi
mordere privi di dentiere gli obbiettivi,
arrivare fino alla fine quando scrivi,
denunciare il giusto appiglio di cui hai bisogno,
apparecchiare la tua tavola col tuo sogno
vestire un manto regale che ti renda degno
utilizzare i lego per legare la fantasia in bagno
trovo una casa nel bosco e ci costruisco uno stagno,

Essere noi stessi,
ma non sono gli stessi di prima,
essere noi,
ma siamo un tutt'uno-
-Essere.
E fine.

Camminando su uno specchio d'aria



Tu credi di poter camminare sull'acqua,
a me basta camminare, in certe giornate
che le coperte richiamano la pancia
che il mondo esterno sembra urlare.

Le mie orecchie coperte, tappate
protette da note impregnate
dalle emozioni che hanno un tappo,
che non hanno tempo-
scappo,
conscio ma refrattario
Di voglia spilorcio
talvolta
rinunciatario.

Poi c'è un allenamento che ti prepara alla vita.
Poi c'è un lui, una lei, la storia infinita
finisce un altro battito, battere di ciglia
e di ali nella coppia di un'esistenza.
"Chi sei, tu, per me?"
se non mai la salvezza.
Non mi salvare,
comincio a stare bene perso.

E ho perso tempo cercando il cambiamento,
ho perso tempo seguendo le guide
ascoltando i punti,
amavo le sfide,
ignoravo i miei spunti.

Accatastando sogni d'altri,
non si vive?
Io credo di sì,
ma qualcuno si uccide

e

c
h
i
?

Ti dico.

Ti dico,
c'è poco da dire,
al giorno dì.
Ti direi tutto,
ma dicono tutti,
e c'è sovrapposizione
deflagrazione
di suoni
e spasmi umani
che sfociano in
cazzate.

Ti dico,
vorrei dirti tutto
vorrei darti tanto
sono vecchio sono stanco
sono giovane sto planando
Io ti dico quello che penso
e penso che quello che dico
sono
cazzate.

Davvero oggi è stato speciale.
nessuno lo può sapere e vedere le serate
Sintonizzati su ciò che preferisci:
cazzate.

Io non cerco il senso,
so che non lo trovo
tengo il dispositivo spento
trovo le vie solo a stento
navigatore, guarda il vento
che scuote il tuo compenso
che penso svuotato da un senso
perché guida il mastro markettaro
delle
cazzate.

Ti dico,
non ti dico un cazzo.
Oggi era speciale,
non ti dico un cazzo.
Chi condivide,
è un pazzo
Guarda la tivi
che stai sciallo
Ancora qui
canta il gallo
capisce cose
che non stanno
né in cielo
né in tetrapak
Ora ti lascio.
Dormo e sganascio.
Penso all'amaro
che sfora in amore
come stasera bramo
questo strano sentore.

Il giardino di cui prenderti cura, di cui, purtroppo

Il giardino
è il luogo pieno
fin da bambino
è presente
questo giardino.

Il giardino di cui stagioni,
miscellanee sensazioni,
sto pensando, cosa suoni?
Sto cantando e sì, ragioni
e pensieri e fissazioni
Cosa? Non ha posa
il delitto interno a te.

Il giardino di cui prenderti cura,
responsabilità che può far paura
ignorarlo ti rende più sicura
quel giardino c'è mentre matura,
ma chi annaffia, chi ne ha premura?
Un mantra tutti i giorni, carezze
visioni rassicuranti, bellezze
Avremo bisogno prima noi,
avremo ego sgualciti dalle schifezze.

Ed è così che dimenticheremo,
ma per finta.
Il giardino sta dietro il paravento,
il giardino sta nella soffitta
Il giardino suona come una canzone
con la cassa dritta.
Non mi stupisco,
se ne scrivo ancora
se mi avvilisco
ma ci credo ancora.

Il giardino di cui prenderti cura,
di cui, purtroppo,
abbiamo perso gli strumenti,
abbiamo deciso di
chiudere un occhio.

in attesa della primavera.

aspettami.
Non lasciare che finisca un'altra canzone
sul tuo dispositivo multicolore.
accendimi.
Ardevo scolorito in un bosco solo,
a troppe miglia e per troppe ore.

Ci siamo rotti tutti,
in qualche maniera
in attesa della primavera.
e saltando pozzanghere
piene di paure,
non arriviamo asciutti.

Felici.
Che i sogni siano tali,
non li tradire, non li lasciare.
Cinici.
Tra i bisogni delle giornate,
speranze assopite,
lacrime asciugate.

fondo no

fondo nascosto,
non so cosa ho pensato
di esatto, di brutto:
mi brucio.
Come i benpensanti
a certi party.
Pensaci, e prendi le parti
di chi ben pensa
nei pezzi di Frenchi.
Rinfaccia, non sei Anna
franca, sii: sei stanca
e io ti vedo che impili vestiti
da cambiare, di giornata in giornata
sulla sedia, pronti, e io invece
non so che cazzo indosso da una vita-

doppio fondo.
Speravo di trovare qualcosa,
di bello, di onesto
Sogno, o son desto?
non ho trovato me stesso
ma proprio zero,
non ho trovato funesto
non ho trovato il bello.
Non ci trovavo nulla, davvero
ma la musica sì, faceva faville
nella mia mente però zero scintille
L'ingenuità, persa, ci avevo rinunciato
Le sensazioni pure, boh, disincantato
ma quel momento eppure,
così vuoto e scarno scarnificato
Ma perché?non ci posso credere,
vorrei nascere ancora, ma-
Sono mai nato?

La sua nuda nuca non giacerà mai tra le mie gambe, probabilmente

Chissà come ti corichi
con sonni un poco inquieti
chissà se ti manca
uno strano come me.
Io dico di no,
le tue risate si sprecano
conosci il mondo,
fino a quello asiatico
non sarà un viso pallido
come il mio, a rincuorarti.

Del resto,
come potrei convincerti?
Non devo,
perché se non scattano scintille
non abbiamo assicurazioni
ne vediamo di stelle brille,
ne vediamo a milioni.
Pure parlandoti di un porno
di cose che non conosci
estasiato dal tuo viso disadorno
di pregiudizi ed opinioni.
Vedo quant'è complesso
il mio rifuggire dal complesso
e perciò intravedo spesso
il tuo salutarmi "Ciao amico".
Dico, non sarà la fine del mondo
ma nemmeno un inizio degno
di un rapporto che sia un sogno
e io non pretendo, non ricerco
spaziando volti che ormai ci perdo
Sono stanco. Lo so, è indegno.
Il giudizio lo sospendo,
fintanto che mi prendo
una pausa dal giudicare,
è già notte nella vita
del giullare.
E' già tardi per un bacio
che ingenuo si consuma,
per la romanza che di fresco
bocciolo profuma.


Demotivazione


















Demotivazione:
nuda, cruda,
secca, testarda
stronza bastarda
Esci dal mio corpo.
Qual è il tuo senso
a livello di evoluzione?
Lo spirito di autoconservazione
e via dicendo,
cosa perdo,
cosa perdo non costruendo.

Demotivazione:
mostro che nasce da me,
mostro che viene dalla mancanza
La motivazione, si guadagna..
Continuamente.
Letti fondi come tombe,
sarcofagi per le nostre mummie
Conserviamoci nell'inerzia,
non uscire neanche per scherzo
Scherzi, io qui mi sento protetto
la massa fuori è così seria..
La mia giornata non è perfetta
Questa giornata non è bella
non sarà buona, non c'è la forza
e poi perché sforzarsi per qualcosa?

Avrà ragione la mia mamma?
Che giorno e notte instagramma
Avrà ragione chi lavora?
e non c'ha tempo non si addolora
Avrà ragione chi si droga?
Non ha ragione e se la sposa
Avrà ragione
chi vive per amore?
O sono i mutui da pagare,
una famiglia da mantenere.
Giustificazione.
E' questa forse la ragione?
Responsabilità.
Ma me la vendi come costrizione..
non avresti avuto scelta, ma no
Era mancanza di parole
Avrà ragione il viaggiatore?
Che vede tutto, e solo muore
Avrà ragione il senzatetto?
Non ha pensieri, solo un sacchetto
Avrà ragione l'ambizioso?
Senza più tempo per un vizio.
Che fastidio.
Nessuno ha ragione se non la propria,
se è convinto, io vinto mi sento
senza un raggio di sole, candido vuoto
di un ragionatore senza il senso
della misura, con la paura
di non ragionare più.

Era ed è e sarà, un nome bello.

forse mi ero dimenticato che esistevano,
forse non volevo ricordarmi che mi piacevano
Passo una serata dietro pub sotto casa
Questa giornata mi appassionano, più del dovuto
Dispenso consigli su come starne alla larga
Tra colleghi, ammetti, non siamo sulla stessa barca
Non credono alla mia età, non mi cresce la barba
Freestyle itinerante, libero stile mi mancava
Scrivo lo stesso, il giorno dopo si pianta
il seme che dice di ieri, cosa non andava
Da una grande bellezza
derivano grandi responsabilizzazioni,
maledizioni, colpevolizzazioni
Ti guardo
immaginando
cos'hai patito
e quando
E aspetta se spengo l'ultimo lume
e spando il mio corpo ancora sul letto
solo e ubriaco, solo non aspetto
passerei la nottata a giocare e ho detto:
"Se fosse l'ultimo giorno, ve lo chiedo
l'ultimo giorno di sempre, di tutto
e domani più nulla: cosa fareste?
Come vivreste l'ultimo giorno di nulla?"
Tutti a trombare, per un motivo o
l'altra volta che avrò sentito una canzone,
sarà passata la voglia, forse un anno.
E cantavano, urlando senza posa
fecero un pezzo strano con la distorsione
e dopo tutto, ho perso il controllo
E' stato bello, perché non capivo
ho alzato il volume, peccatore recidivo
Non parlavamo più di sesso, sensazioni
brucianti riferimenti al tuo nome
cercare di palparlo sensibilmente, invano
hai voluto avvicinarti troppo
Hai voluto scrivere questo testo,
ho la sensazione che non avesse senso,
quella futilità dell'ultimo, il pretesto
per lasciarsi andare, ho pensato:
chi non me lo fa fare,
tutti i giorni ventiquattro su ventiquattro?
Che allora mi feci quatto quatto,
pensando che non avrei pensato
di farmi nessuna, per niente:
mi sarei acquattato
in un angolo,
diligente in punizione
autoimposta.
Questa, la mia proposta
di finale:
stare fermo ad aspettare
ho già dato, Ossignore
ho peccato, molto peccato
meno dato, e poco amato
Fin troppo poco amato.
Me ne starò fermo,
senza rimpianti
perché avevo vissuto,
perché avevo provato
Chi se ne potrebbe stare a lamentare?
Ma me ne starò fermo,
credo accovacciato
Sarò triste.
Era un sogno,
ed è terminato