Sai che anche volere qualcuno vicino, non risolve il tuo problema, e nonostante tutto sei umano, sbagliare è, avere bisogno, pure.

So cosa scriverti,
non ti scriverò.
So a che pensi -
no, non lo so.
So che la notte
non è più fredda,
so che lo cerchi
non trovi rimedio,
so che la musica
un po' mi consola.
Vedo le tratte,
spargo esemplari
di pensieri cari
a chi speri che conti.
Conta la notte
con te alleata -
no, non conta.
Conta le pecore
affollano strade
ricolmi d'inedia
spirituale, morti
nel fondo di loro
mancati insorti.

Incontrati

Le stronzate che vedo attorno a me,
i comportamenti -
non posso più scrivere, ho le mani gelate
restiamo a casa, che fuori fa freddo.
La fissazione dell'abbruttimento,
va bene così che domani andrà peggio,
il cinismo il pessimismo giustificato,
lascio andare il mio arto malato.
Se tu speri che cambi, che si avveri,
è vanità ingiustificata
Abbonda di insane irrealtà
che inondano l'inalato antico.
Attaccati, solo,
ciò che bisogna staccare.
Intaccati, solo
ciò che è ancora sacche
di stasi passate,
inadeguate
Impassibili al cambiamento voluto.
Sei tuoi che vuoi,
sono loro che non capiscono
Sei tu che non capisci,
quando vuoi loro.
Risparmiati fisime,
infissi,
che fissano pareti di pensieri
trascurabilmente invani.
Sei tu quello che vali,
in dardi assaltare i validi innati crepiti scopiazzati da vissuti ambientati in epoche passate.