Modena. Appunti di viaggio

9/4/2009

Ebbene, mi trovo in treno e sto per partire. gente che corre, vedo fuori dal finestrino. Name taken la mia colonna sonora.
E' partito. I capelli si stanno asciugando, un raggio di sole ora illumina le mie parole. Sto cercando di lasciarmi andare, adesso va meglio.
Lasciare un'altra volta la citgtà...Mi farà bene.

16.04

La gente tende a incupirsi, quando sta da sola. Così, alcuni cercano una continua compagnia. Io cerco di stare tranquillo e 'leggero' - ma chissà s'è poi questo che percepiscono quelli intorno a me! Insomma, si avverte sempre una tensione palpabile quando si è in un posto di soli volti sconosciuti, è normale... Però mi pare anche un po' inutile. Vorrei sciogliere tutto questo, dovrei attaccare bottone alla prima occasione (o anche quella prima, la zeresima occasione) in modo d'evitare a tutti questa spiacevolezza, accendere il buon umore (per quanto sia possibile).
Così poi ti risultano tutti antipatici, per quanto tu possa ipotizzare un'alta benevolenza reciproca, e non si rischiano di incrociare in torvi sguardi lanciati di soppiatto.
In cui 90% immagini che quell'altro ti odia.
E poi eccoli, impegnati in mille gesti e cenni pseudo-quotidiani[...]
Se non si ha la possibilità di distrarsi, tanto meglio: attese infinite a scrutare i dintorni senza sapere precisamentedove posare lo sguardo, arrestati solamente da quello altrui che cogliamo generalmente con rinnovata veemenza.
Tutto questo senza un vero perché[...]

17.46

Parte due.
Ho appena sentito Elisa, ho cambiato treno, ora si va verso Bologna.
Ho parlato con una signora, alla stazione, che mi raccontava [osservando sfilze di jeans sulle gambe dei viaggiatori] di come sono cambiati i tempi, e le donne che una volta dovevano cambiare più e più volte calze rotte, ed erano costrette, praticamente sempre, ad indossare gonne (lunghe) e tacchi.
Oggi vince la comodità, è nato il genere casual.
Ma lo raccontava bonariamente, con quel tipico sorriso nostalgico che si dipinge sui volti degli uomini e delle donne che rammentano il passato. Da sempre.
E che una volta i riti che univano erano i più disparati, come la nascita dei pulcini.
Mi sono chiesto quali cambiamenti e novità dovrei affrontare tra trenta o quarant'anni. Ma sarà così differente per noi della generazione post-post rivoluzione industriale, e [succubi] dell'invasione tecnologica, in costante evoluzione?
Chissà. Forse ci sarà una rivoluzione ben poco mite anche per noi. O d'altra (pa)natura. Ho quasi paura, perché so che la razza umana è incontrollabile, e i popoli son tanti: lungi da loro fare la pace e basta.