la distanza.

la distanza.
Eccoti qui, palpabile tramite i miei polpastrelli.
Spedisco pacchetti nell'etere,
illuminato dalle immagini che non finiscono.
Ti immagini, se tutto finisse?
Ma non finirà, non finirà mai.

riprendo le distanze.
Perché siamo vicini come non mai,
quest'epoca fatta di contraddizioni
Spero tanto sia una delle mie fissazioni,
macchine che fingono molto meglio di noi
La distruzione illuminata che ci salverà da noi stessi.

Perché voglio sempre di più,
di giorno in giorno,
un po' come tutti noi
E abbiamo sempre di meno,
di ora in ora
E davvero spero di aver imparato una lezione.
Anche io sarò distante.
Questi spazi allibiscono,
la mela è a portata di mano
ma peccato, meglio lo snack
Volere tutto subito è una malattia,
offrire tutto troppo allontana
e la generosità, forse, ti porterà alla rovina
Ma almeno.. Avrai liberato la cantina.

eccovi: siete voi.
Siete voi che siete le ombre, della mia vita
è semplicemente di riflesso che ognuno di noi vive
Ma quante fatiche sperperate, per quei seguaci
quanti animi incapaci di far altro
L'eterno oscillare del pendolo tra la noia e una storia
che scade come un alimento rancido, dura poco.

Sono certo che possiamo trovare del romanticismo anche in tutto questo,
nell'impalpabile e infinito rincorrersi,
tra lo stimolo superficiale,
un sorriso generato dal caso
Una storia distratta che guardo-
che poi non c'è tempo per vedersi,
goderne, stare bene insieme.

C'è sempre spazio per distrarci,
dimenticare,
staccarci ancora.