Già, sì.

Già, sì.
E' il tuo nome che risuona
nella mente.
Mentre spengo il cellulare,
che mi sento un deficiente
Mi fai tornare bambino,
un bambino egoista
Se io sono infinito,
e il tempo non esiste
perché richiamare
il futuro in causa?
Non ti ho mai chiamato.
Non abbiamo mai preso una pizza.
Non siamo andati in un castello.
E che altro?
Non è successo niente tra noi,
non è vero, sì invece!
che è vero in un altro mondo,
"Io ti ho dato il mondo", si dice
Io ti ho dato un mondo, il mio
E te l'ho gettato addosso come
getto adesso parole senza inchiostro,
ma piaceva, non c'era violenza
E adesso questo mondo si riversa su di me,
con violenza.
Troppe emozioni suscitano queste situazioni.
Io te lo avevo detto,
prendo tutto vado diretto,
io te l'avevo detto,
credo di essere schietto
se voglio bene ammetto
Non uscivo con te per diletto
..e adesso..

Già, sì.
E' quel che sei, non mi appartiene
voglio comprendere, ma non mi viene
non so se sono egoista.
Il tempo: catapultatomi nel tempo,
improbabile, per mia convinzione
in cui tornasti da me con braccia conserte,
quelle gioie future nei prati della primavera
Lo fisso sconvolgente.
Riaccesi dopo i vagabondaggi degli inverni,
gatti sfatti tra le sponde gioconde,
ciò eravamo noi,
buffi o sbuffi,

io non me ne posso capacitare.

Eh, già.
Quando tutto va,
non c'è mai un motivo
interromperemo la corrente
e io lo so,
se voglio bene non scompare
Ma lasciami lacerare,
tra le insicurezze c'è da morire,
ciò che è troppo bello per essere vero
non è oro non è luccica è lì attorno
non lo vedi che ne è adorno il mondo
La normalità.
Sì, già.