Breve saggio(racconto) sui programmi a premi e la tv in genere

Cena.
E' arrivata la sera, e si cena(di solito).

Inestricabile il momento in cui consumare il pasto in cucina; perché non voglio certo isolarmi, ed evitare di passare anche quel momento coi miei genitori. Ma chiediamoci: perché voler fuggire? Perché c'è la tv.
Eh sì; naturalmente quando si mangia la tv è perennemente accesa e sintonizzata sui programmi più scemi e ciarlieri o chiassosi (ma esisterà poi un'alternativa, in quei momenti della giornata?).
Allora, regolarmente, comincia la mia battaglia mentale. La mia resistenza mediatica. Resisti, mangia, sii sereno..Non vuoi rovinarti il pranzo/cena.. E così anche questa volta, cercavo di non ascoltare le musiche d'opera ridicolizzate nel contesto, il sentimentalismo portato all'eccesso, l'ostentata teatralità di sto conduttore del famoso Affari tuoi.
Ma mi rendo conto che più ci penso, e più m'avveleno!il sangue che scorre e m'agito più del necessario; non voglio. Mi devo controllare. E mi rivedo sulle soglie dell'esser burbero, anche con mia madre.

No!.. non volevo esser così, cosa mi porta a tanto? Sento chiusura, ostilità - e non è altro che voglio dimostrare, mi porta i denti a dover digrignare..

Riflessione, stop. Mi calmo. Ora ho capito. Focalizzo nella mente la scena in cui cambiai posto in tavola; da allora do le spalle alla televisione. Ah ah!cambio posto. Ora la tv sta praticamente di fronte a me, la posso guardare, ci sono dentro da un altro punto di vista.
Sapete..C'è spesso il rischio di perdere il senso delle cose. Spesso. Intendo ancorarsi nella propria opinione, il proprio modo di vedere le cose..Disprezzare. Io l'ho sempre voluto evitare. Pensiamola in questo modo: per quanto ostili, restii a comprendere le ragioni, dovremmo o non dovremmo ridare periodicamente la possibilità, a qualsiasi cosa, di venire rivalutata? Secondo nuovi canoni, perché cambiamo.

Ecco, ma la cosa più importante è stata questa: visibile la chimera, la mia mente s'è placata. Quando hai di fronte certi mali e puoi osservarli, giudicarli pacatamente: sì, devo ammettere: dalla più completa repulsione sono passato ad una complice tolleranza, e questo mi è piaciuto..dannatamente piaciuto. Ho cambiato il punto di vista, ho aperto la mia mente, mi sono tranquillizzato.

E infine andava pure lasciare mia madre commentare, e risponderle raramente, ben poco interessato, ma quasi partecipe. Ognuno ha il diritto di appassionarsi a ciò che vuole, se lo fa con necessaria meditazione. Mia madre era dispiaciuta per il concorrente di turno, che sembrava una bella persona e perdeva la possibilità di vincere un bel gruzzolo: mi si è aperta allora la questione dei quiz e dei programmi a premi come elargitori sociali, quasi una funzione mancato al comune cittadino di migliorare la vita(o farsi giustizia), un mite sotterfugio per innalzare gli standard di vita di alcuni comuni mortali.

Certo su questo si potrebbe ancora discutere, maa...