La salamandra nera e verde
s'insinuò nel suo sogno,
dal fondale del suo letto.
Più sgusciante della maionese,
più vincente della house
nella discoteca.
Miscellanea di prudenze ed esperienza, puntuale
come un tocco di massaggiatore che sale.
Ora che sogna, sono curve immaginarie
lungo la sua schiena,
dentro il mondo è preso dalla scena
di storie da realtà ispirate,
in tutto questo la bestia profana spazi
e bussa alla porta
della sua attenzione, per trarne ispirazione
e vede, e guarda, e vuole - perché ciò che sente è di potere.
'Andandoti a porre sveglio - dice -
dal tuo sogno senza ritegno,
colmo di corpi e sangue,
che poco trascende e molto langue,
saprai indovinare il motivo,
la voglia, la spada o la missione
che mi legarono a questa ricerca,
senza tempo né ambizione,
a cui venni chiamato a presenziare?'
'Tu, animale' rispose 'così umido
da apparirmi in piena notte,
da volermi riempire con le tue
opportune larve, di consigli
e di ricerca, d'insoddisfazione;
ammiro l'occasione, che dico,
l'opportunità potrebbe riempirmi
di pregiata soddisfazione.
Ma dico, anfibio,
perché non lasci me ancora qui, bradipo
e ritorni quando la luce del sole
si fa più forte?'
Si salutarono, così -
il giorno seguente il sole splendeva cosciente,
così che la salamandra non tornò per niente.
Dimentico di quel sogno,
dormì tranquillo -
come non mai,
perdendo per sempre l'occasione
di passare mille guai.