Quel che c'era di vano, non lo poteva che ricercare.
Proprio come tutti gli altri.
Eppure un giorno si ritrovò,
solo, in mezzo alla folla.
E rannicchiato nella propria anima,
con un corpo tremendamente freddo.
'Perché ti rannicchi così?',
gli chiese la fatina dentro la sua anima.
'Perché sei la sola coscienza
che non si macchi di tenebrore.'
Detto questo,
vago scambio di battute,
Era entrato in un circuito strano,
e lascio le sue paranoie condensare
La tristezza sciogliersi in una tazza
di lamento caldo, rassegnato.
Forse potremmo scaldarci con un sorriso,
reciproche consolazioni.
Perché credo che la solitudine non tenga
sesso, razza, forma.