Rivolti di risacche incatenate di immagini corporee,
non so più se me ne sto chiedendo il senso,
tornare all'ovile della composizione della persona,
propria come arpeggi amareggiati dal mare ingrigito,
come canuto ingrato che ti segue dalla rivoluzione
dei sensi inesplorati ancora nel taschino del cappotto,
tenuti al caldo che stai fresco non ti possono sopraffare.