Affascinati dalle brutture

Affascinati dalle brutture.

Dagli echi di martelli che rimbombano
nella foschia di questo pomeriggio
di pioggia,
dalle gru giallastre adombrate
e complesse nei loro intrecci
di metallo,
dai cavi d'acciaio su d'esse
che scorrono e non si spezzano
di fronte al peso
delle tonnellate.

Lì dentro, ogni tanto un urlo,
consapevolezza umana
racchiusa negli involucri
delle macchine.
Mi piego lo sguardo
tra un tubo e degli spuntoni,
mentre copiosi odiosi cartelli
mi avvertono petulanti
del pericolo.

Il cantiere immenso,
spinto dall'essere ricurvo
che si contrappone
alla natura,
testimonial vivente
di un'insaziabile ascesa
dell'inermia.

Enormi buche sabbiose
ad accogliere le fondamenta
di nuovi edifici.
Diverse le punte percorrono
una via di ricerca
tra il cielo e la terra.

Ma noi, dovre andremo
a cercare i nostri legamenti
con terra e cielo,
come staccheremo l'odio
dal padre ed abbracciando
una madre che rispettiamo?
Chini quotidianamente,
sotto il peso di pensieri
che figuriamo tonnellate,
da sempre vinti.

Una società di cui nessuno
vede il fondo,
ci ha inglobati con le sue connessioni
-e i dinosauri meccanici
che significano progresso,
vogliono distruggere
con il pretesto di plasmare,
mentre noi siamo assuefatti
da tutto, fuorché dalla nostra
vita.