Sonetto ventotto

Mi son svegliato e mi sono costretto,

con rimasuglio di tachicardia.

Voglia di scrivere un primo sonetto,

rammentare ora la mia goliardia.


Poco vale poi la bocca impastata,

birra in lattine indi riciclate,

una festina molto rilassata,

pasto goduto senza le posate.


Quello che conta: sensazione proba

di averci un quarto e marciare bene,

di aver partyeggiato come conviene.


E sì che in mattinata hai dormito

appena a sufficenza, non sfinito

da quella essenza che in più racchiudi.