Anche quell'esperienza era finita;meditavo incerto sulle cause di quella specie di frustrazione. Voleva dire sentirmi eccessivamente legato a quelle persone, e sentirne la mancanza?No, impossibile. Casomai un attaccamento infantile come al seno della madre, pensai, la necessità puerile di avere e quindi l'insoddisfazione che subentra quando dall'oggetto ci separiamo.
D'un tratto, il cambiamento. Vagavo lentamente di ritorno verso casa, macchine e persone sfrecciavano attorno a me. Frenesia, vita. Mi accorsi di essere tranquillo, e privo di qualsiasi passione.
Non avere una meta e desideri precisi sul da farsi mi spaventò, innanzitutto; ma poi, ecco!ho trasformato l'assenza in valenza.
In pace coi sensi, con me stesso, mi pareva d'essere. Mossi da aspirazioni ambiamo a diversi traguardi e questo suscita sempre un certo turbamento, almeno potenziale, per così dire. Invece allora, in qualche modo inspiegabile, me n'ero liberato. Allora mi sono sentito benissimo, ho sorriso, mentre i passi mi avvicinavano inesorabilmente a casa...
Ora già bramo, scrivo;ne è la riprova. Altrimenti, che cosa ci starei a fare? Non posso ancora vivere libero da angosce e turbamenti come da passioni e sentimenti: non ora.